- IL DIARIO DI ANAYA -

( Compagna universitaria di Lara e Amanda)

 

Cap.11

 

Quel 31 dicembre avrei dovuto passare una tranquilla serata fra ragazze a casa di Heliza, assieme a lei e a Gisela, Valeria, Julia e Francisca.

I miei quella sera se ne sarebbero andati soli soletti in un bel ristorantino di La Paz a festeggiare romanticamente il Capodanno, mentre io avrei dovuto passarlo nella casa LIBERA di Heliza con le mie amiche.

Ahahaha.

Sembra quasi vero.

Quando mai le cose tranquille sono state la mia passione?! Io adoro l’azione, l’avventura, seguo sempre il mio istinto, e… quella volta il mio istinto mi suggeriva di combinarne una delle mie.

E come sempre, gli ho dato retta.

Una volta arrivata a casa di Heliza, come sempre per ultima, trovai il grande tavolo di legno nella cucina di Heliza strapieno di bottiglie di tutti i tipi di liquori esistenti e qualche ciotolina di patatine sparsa qua e là. Sorrisi.

Le mie amiche mi vennero incontro salutandomi mentre Heliza alzava il volume dello stereo.

Nella stanza si diffondono le note scatenate di Lady With The Spinning Head degli U2.

“Woow! Ti piacciono gli U2!! Io li ADORO” esclamo, sorridendo ad Heliza. Poi mi volto e vedo quelle smorte di Valeria e Julia che si sono educatamente sedute e piluccano tranquille qualche patatina.

“Ehi, che è sto mortorio?! Ragassuole mie care, è capodanno, make some noise!” esclamo io correndo lì a scuoterle ridendo.

“Anayuzza! Basta con quegli stranierismi” mi rimprovera scherzosa Heliza incrociando le braccia e gustandosi la scena con aria divertita.

“Anaya!! Anaya stai ferma!!” urlano le altre due cercando di divincolarsi.

“Macchè stare fermi!! CASINOOOOO!!” aggiungo io saltando sul tavolo e mettendomi a ballare sulle note di When Love Comes To Town degli U2.

Mi abbasso un secondo per prendere in mano un Campari rosso e me lo scolo tutto d’un fiato mentre continuo a fare la scema sul tavolo e con l’altra mano cerco di tirar su anche le altre.

Uso la bottiglia vuota come microfono cantando “I was a sailor, I was lost at sea, I was under the waves before love rescued me! I was a fighter, I could turn on a thread, now I stand accused of the things I've said!”. Heliza scoppia a ridere vedendomi e si unisce a me saltando sulla tavola evitando qualche ciotola di patatine qua e là, seguendomi nel ritornello.

Love comes to town I'm gonna jump that train, when love comes to town I'm gonna catch that flame! Maybe I was wrong to ever let you down, but I did what I did before love came to town!

“Anaya!!HELIZA!! Che combinate?!Ahahah!!” esclamano le altre scoppiando a ridere.

Alla fine riesco ad afferrare Gisela per un braccio e la trascino a ballare con noi, mentre ordino urlando a Julia di mettere su i Motorhead.

Salto giù dal tavolo afferrando una birra Franziskaner mentre ormai anche le altre iniziano a sciogliersi un po’. In quel momento, penso a Nicola. In questo momento si starà preparando per andare alla festa al La Plaza, un disco-pub a non più di dieci km da casa di Heliza.

“Ehi! Ragazze!Ho un’idea” esclamo io, mentre tutte si girano a guardarmi incuriosite.

“Che ne dite se chiamo Nicola e gli chiedo se ci porta con lui alla festa al La Plaza?” propongo con un sorrisone incoraggiante. Gisela, Valeria, Julia e Francisca si guardano fra loro indecise sul da farsi. Heliza mi sorride di rimando.

“Woow! Questa sì che un’idea, Anayuzza!! Forza, corri a chiamarlo!!” esclama lei mentre io filo di corsa verso il telefono. Compongo il suo numero di casa e aspetto che risponda.

“Pronto?”

“Nicola, ciao, sono io!” esclamo io emozionata.

“Ehi, ciao, bimba” mi risponde lui. Posso quasi vederlo sorridere all’altro capo del telefono. “Lo sapevo che non avresti resistito all’idea di chiedermi di venire con me alla festa”

“Sono così prevedibile?!” ridacchio io. “Beh, sinceramente… ecco… non sono  l’unica che vorrebbe andare a quella festa…”

“Heliza?”

“Sì… Heliza… e…” trattengo il fiato prima di finire la frase. “…e anche Gisela, Francisca, Julia e Valeria”

“Tutta ‘sta gente? Piccola, sei veramente incredibile” scherza lui ridendo. “Certo che vi porto! Starete un po’ strette però… tra un quarto d’ora sono da te. Sei da Heliza vero?”

“Sì, sì, sono da lei”

“Perfetto. A dopo allora, dolcezza”

“Nicola?”

“Sì?”

“Grazie. Ti amo”

Ti amo?! Era la prima volta che glielo dicevo. No. Era la prima volta che lo dicevo in generale. Non avevo mai provato per nessuno quello che iniziavo a provare per lui.

“Ehi, bimba… anch’io ti amo” risponde lui, in un dolce sussurro. Io sorrido, ripensando a ciò che ho appena detto. Poi mi volto verso le altre alzando i pollici in segno di vittoria.

“Fatta!! Tra un quarto d’ora è qui!!” esclamo io estasiata.

La Paz. Un quarto d’ora dopo.

Nicola sta guidando, lanciandomi ogni tanto qualche occhiata divertita… io sono nel posto accanto a lui; dietro di noi ci sono Julia in braccio a Gisela, Valeria, ed Heliza in braccio a Francisca.

“Ora capisco che cosa provano le sardine in scatola” esclama Francisca scherzosamente. Scoppiamo tutti a ridere, mentre Nicola mette su Baby I love you dei Ramones.

Nicola canticchia la canzone guardandomi. Adoro la sua voce.

Have I ever told you how good it feels to hold you?

It isn’t easy to explain...

And though I’m really trying, I think I may stop cry ing

My heart can’t wait another day when you kiss me I just gotta

Kiss me I just gotta, kiss me I just gotta say

Baby I love you... c’mon baby!

Baby I love you… ooh-wee-ooh baby!

Baby I love, I love only you!

Io gli sorrido cantandogli un altro pezzo della canzone, mentre le altre ragazze sono troppo impegnate a chiacchierare e ridere per badare a noi.

I can’t live without you, I love everythinh about you

I can’t help it if I feel this way

Oh, Im so glad I found you... I want my arms around you

I love to hear you call my name oh, tell me that ya feel

Tell me that ya feel, tell me that ya feel the same!

Nicola mi sorride dandomi un dolce bacio sulle labbra, mentre gira verso il parcheggio del locale. E’ una specie di discoteca, con due enormi stanze: una con una pista da ballo e un bancone dove vengono venduti gli alcolici, e un’altra dove ci sono dei tavoli per mangiarsi una pizza o bersi qualche drink. Non ero mai stata al La Plaza. Decido che il posto mi piace.

Smonto sportivamente dall’auto e assieme a Nicola e alle mie amiche entriamo nel locale.

E’ pienissimissimo di gente,  anche se l’atmosfera deve ancora scaldarsi. Nicola mi prende per mano portandomi dal barista.

“Cosa posso offrirti, bellezza?” mi domanda Nicola scherzoso.

Io gli sorrido sorniona e appoggio un gomito al bancone del bar sorridendogli.

“Un bacardi al limone… col ghiaccio” sussurro. Nicola mi strizza l’occhio ordinando una vodka all’anice per lui e un bacardi per me.

“E gli altri? Thomas, Maurício, Emanuel…dove sono?” domando io guardandomi attorno.

“Beh, Roberto sta per arrivare…. Thomas e gli altri devono essere qui in giro” mi risponde Nicola. Poi si da’ un’occhiata intorno. “Ehi, qui ci vuole qualcuno che sappia scaldare un po’ la situazione… ti va di ballare? Heliza mi ha detto che adori ballare… sono un bravo ballerino anch’io, sai?” mi sussurra all’orecchio.Io mi allontano di poco da lui per guardarlo negli occhi.

“Ah si?” commento io alzando un sopracciglio con aria sorniona. “Allora fammi un po’ vedere cosa sai fare…il cubo è tutto per noi” aggiungo poi prendendo con delicatezza la sua mano e conducendolo verso il centro della pista.

“Mmm… mi piacciono le donne con spirito d’iniziativa” commenta lui, mentre sale sul cubo con me. Il dj fa partire un disco di David Bowie. Le note di Let’s Dance! riempiono la stanza.

Let’s dance! Put on your red shoes and dance the blues...Let’s dance! To the song they’re playing on the radio... Let’s sway! While color lights up your face…Let’s sway, sway through the crowd to an empty space...If you say run, I’ll run with you, if you say hide, we’ll hide, because my love for you would break my heart in two! If you should fall into my arms and tremble like a  flower!

Mi lascio trasportare dal ritmo della musica e ballo seguendo il tempo... dietro di me Nicola lascia scorrere delicatamente una mano sui miei fianchi, muovendosi dietro di me. Anche le mie amiche iniziano a sciogliersi un po’, scorgo Heliza ballare avvinghiata a Roberto, Julia e Francisca chiacchierare con Thomas poco più in là, mentre Valeria e Gisela ballano poco distanti dal cubo attorniate da ragazzi.

Penso ai mie genitori che al momento saranno seduti tranquilli al tavolo del ristorante pensando magari a me, chiedendosi se mi sto divertendo, se non sarà magari troppo noiosa una semplice festicciola fra amiche per Capodanno.

Ahahaahah… !

Sorrido mentre mi scateno seguendo la voce di David Bowie che incita tutti a ballare. Let’s dance! You could look into my eyes… Let’s sway! Under the moonlight, this serious moonlight…

 

Le 23.58… ancora due minuti, e poi il 1992 finirà…

Quanto tempo è passato da quella sera del 31 Dicembre 1992! Eppure me lo ricordo ancora così nitidamente. Posso quasi risentire i brividi sulla mia pelle mentre Nicola mi baciava mentre la musica attorno a noi si diffondeva prepotentemente, stordendo ancora di più chi già s’era dato il suo bel contributo a forza di tracannare bottiglie su bottiglie di alcool.

Arriva finalmente la mezzanotte e in un coro di urla e risate diamo il benvenuto al 1993, che si preannunciava intenso e ricco di emozioni. Un po’ allegra, ma ancora abbastanza sobria da camminare dritta senza sbandare addosso a nessuno, afferro una bottiglia dal bancone del bar e inondo tutti di spruzzi d’alcool. Thomas non se lo fa ripetere due volte e segue il mio esempio, creando in pochi secondi il grande casino che potete ben immaginare.

Rido divertita mentre attorno a noi si scatena il finimondo…

Sono le 3 e venti di notte. Mi gira un po’ la testa, colpa dell’ultimo Bloody Mary che mi ha offerto Nicola e che mi ha dato il colpo di grazia. Mi distendo su due sedie vicine alla porta osservando ragazzi e ragazze che si salutano e se ne vanno… chi un po’ traballante, chi sobrio, chi allegro e chi del tutto distrutto. Un piede lo tengo a terra mentre l’altro è appoggiato sulla seconda sedia, una mano invece l’appoggio alla prima sedia per sorreggermi mentre bevo un po’ d’acqua, giusto per tornare un po’ sobria. Fra meno di un’ora è previsto il coprifuoco e non posso tornare a casa in queste condizioni… anche se non sono ubriaca, sono comunque un po’ allegra ed è meglio evitare inutili problemi. ;)

Stavo giusto osservando il giubbotto di pelle da motociclista della ragazza mulatta che sta uscendo dal locale chiedendomi quanto possa averlo pagato e dove possa trovarlo anch’io, quando sento una mano ormai ben conosciuta sfiorarmi delicatamente la spalla per farmi girare.

Nicola.

“Bimba..” inizia lui con un sorriso. “Ti sei presa l’acqua per rimettermi un po’ in sesto, eh?” mi domanda con l’aria di chi la sa lunga. “…E brava la mia bambina” aggiunge dandomi un lieve bacio sulle labbra. “Tra poco dovrò riportarti a casa, dolcezza…che ne dici se stiamo un po’ insieme in tranquillità al parco qui dietro? Ho voglia di stare un po’ solo con te…” aggiunge sussurrandomi all’orecchio.

Io, ormai completamente sobria, gli sorrido. “Certo… ma che ore sono? Già le 3 e mezza? Oh, beh, allora come potrei rifiutare quest’invito? Una serata non è una bella serata se non passo almeno mezz’ora solo con te” gli rispondo io strizzandogli un occhio.

Nicola mi prende per mano conducendomi ad un parco dietro al locale… è praticamente isolato, eccezion fatta per il gatto randagio un po’ spelacchiato che sta passando il suo capodanno dando la caccia a chissà quale sfortunato topino.

Nicola si siede su una panchina prendendomi in braccio. Mi accarezza i capelli con un gesto dolce e affettuoso.

“Bimba, quanto sei bella stasera” sussurra lui facendo scivolare un dito dalla mia fronte alle mie labbra. Io sorrido rubandogli un intenso, lungo bacio. “E’ stato il mio Capodanno più bello finora… e spero ce ne saranno tanti altri ancora più belli, tutti insieme a te” gli sussurro io guardandolo negli occhi sorridendo. Lui mi stringe forte e mi accarezza teneramente il viso.

“Puoi scommetterci, piccola” sussurra dandomi un lungo bacio.

Stavo così bene tra le sue braccia… maledicevo il tempo che passava inesorabilmente e tra poco meno di mezz’ora mi avrebbe costretta a staccarmi da quell’abbraccio per tornarmene a casa.

Ad un tratto, Nicola allontana il suo viso dal mio per dare una sbirciata al quadrante del suo orologio. “Bimba… sono le quattro, forse è meglio se vai a chiamare le tue amiche” mi dice lui, facendomi delicatamente alzare. Io faccio una smorfia da bambina capricciosa e lui mi accarezza i capelli dolcemente, come se fossi… come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.

Lo prendo per mano e ritorno nel locale… è semi vuoto, praticamente è rimasta solo la mia compagnia.  Vedo Thomas, Emanuel e Marcos passarsi una canna, Francisca e Valeria distese sulla panchina vicina alla parete poco più in là decisamente ubriache, Gisela le guarda e ride mentre accanto a lei Mauricio la sta letteralmente mangiando con gli occhi. Julia si stava rifacendo il trucco poco distante da lì sforzandosi per tenere con una mano un minuscolo specchietto e con l’altra una matita per gli occhi poco appuntita che poco ci mancava non le bucasse un occhio. Heliza e Roberto sono ancora lì che non fanno che baciarsi. Ma se l’è incollata addosso con la Vinavil?! mi chiedo tra me e me, soffocando una risata.

“Ragassuoleeee! Sono le quattro, è ora di alzare le chiappe e smammare!!” annuncio io facendo il mio rumoroso ingresso nel disco-pub. Valeria e Francisca neanche mi ascoltano e continuano a guardarsi con aria piuttosto imbecille ridendo per chissà quale motivo a noi ignoto. Sorrido alzando un sopracciglio e mi fiondo a recuperare una bottiglia d’acqua naturale dal bancone del bar per poi rovesciargliela in testa…

“Ora voglio proprio vedere se non vi svegliate!!” esclamo io fra le risate generali e gli strepiti delle mie due amiche.

“ANAYAAAA!!” urla inviperita Francisca togliendosi una scarpa con l’intenzione di tirarmela addosso, ma la sua mira è troppo annebbiata dall’alcool per essere giusta… e infatti becca la parte addominale bassa di Mauricio che viene improvvisamente distratto dalla sua ammirazione per le forme di Gisela e si piega in due dal dolore.

“Francisca! Che cazzo fai!!” gli urla con una smorfia di dolore che alla fine sfocia in una risata. Mauricio raccoglie da terra la scarpa di Francisca e gliela lancia addosso, ma viene intercettata da Emanuel che la recupera agilmente e la infila al piede di Francisca, alla quale nel frattempo è già passata l’arrabbiatura ed è tornata a ridere come una deficiente.

In pochi minuti riesco a recuperare tutte e 5 le mie amiche e ci infiliamo nella macchina di Nicola. Lui mi sorride e mette in moto la macchina. Verso le quattro e mezza abbiamo riportato a casa tutte, manca solo una… io.

Nicola mi ha lasciata apposta per ultima, per potermi dare un degno saluto. Ferma la macchina davanti al cancello di casa mia. Faccio per aprire la portiera dell’auto e smontare, quando lui mi afferra delicatamente per un braccio.

“Ehi, bimba, te ne vai via così? Lascia almeno che ti rubi un altro dei tuoi meravigliosi baci…” mi dice lui, e senza neanche aspettare la risposta mi bacia con passione.

Io mi stacco un attimo da lui e gli sorrido. Lui mi guarda. “E’ stata una delle mie serate più belle… e se è stata così fantastica, è stato solo grazie a te” aggiunge lui con un altro bacio.

Wooow… wow wow wow! Nicola, il bellissimo, famoso, leggendario Nicola mi sta baciando. E vuole proprio me!

Con un altro bacio gli auguro la buonanotte e poi attraverso il vialetto di casa fino alla porta. Infilo le chiavi nella serratura e la apro, i miei dovrebbero ritornare a momenti… salgo velocemente le scale e mi infilo sotto al letto, giusto un attimo prima di sentire arrivare la macchina dei miei. Tiro un sospiro di sollievo… ancora un minuto, e mi sarei presa la più grande sgridata che il mondo ricordi…

Ma non è il fatto che ho evitato la sgridata a rendermi così felice.

E’ Nicola.

Ma in fondo si sa, no? Il primo amore non si scorda mai.

 

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