Cap.13
Io ed Heliza
siamo decisamente le più pazzerelle della classe, le altre ragazze sono
tutte molto simpatiche e divertenti ma… nessuna ha quel non so che che
contraddistingue Heliza. Lei è così… così… così vicina a me! A
volte lei iniziava una frase e io la finivo, dicendo esattamente quello
che voleva intendere lei. La pensavamo allo stesso modo praticamente su
tutto! Bastava uno sguardo per capirsi. C’era… un feeling pazzesco
tra noi, che non avevo mai provato con nessuna amica prima, neppure con
Catarina. Ero legatissima a Heliza, eravamo… in simbiosi. Lei sapeva
tutto di me, e io sapevo tutto di lei. Almeno lo credevo… chi avrebbe
mai potuto immaginare che poi sarebbe finita così? Ma questo ve lo
racconterò più avanti.
Appena due
giorni dopo alla nostra ultima pazzia a Santa Cruz, c’era un’altra
data importante. Il compleanno di Nicola, il 14 Gennaio! I suoi 18 anni.
Un traguardo importante, e volevo assolutamente esserci e fargli un
bellissimo regalo.
Era da un
po’ di giorni che mi scervellavo su che cosa regalargli… la scelta
era vasta, ma… nessuna idea mi pareva abbastanza bella, abbastanza
degna di un anniversario così importante. Volevo che fosse un regalo
davvero speciale…
E
l’illuminazione m’è venuta il giorno dopo, girando per il centro
con Heliza.
Stavamo
passando davanti ad una gioielleria, quando mi sono soffermata ad
osservare la vetrina…
In bella
vista campeggiava un bracciale maschile stupendo, elegante ma allo
stesso tempo sportivo, proprio come lo stile che piaceva a Nicola.
Continuavo a guardarlo pensierosa… finchè la voce di Heliza non mi fa
sussultare.
“Ehi,
Anayetta… hai visto il bracciale, vero?”
Ma come
faceva sempre ad indovinare tutto quello che stavo pensando?
“Sì…
esattamente. Sai… stavo pensando di inciderci nella parte di sotto a
contatto con la pelle il mio nome…Però… mi chiedevo… non sarà
troppo impegnativo? Sono appena 3 mesi che stiamo assieme…” rispondo
esitante…
“E’ una
bellissima idea, invece! Nicola è stracotto di te, gli farà di sicuro
un immenso piacere” mi risponde lei con un sorrisone.
“Tu
dici?” le domando io alzando un sopracciglio con aria complice.
“Io dico,
io dico! Ora vedi di non fare la muffa davanti a questa vetrina e fila a
comprarlo!!” aggiunge lei con una risata, spingendomi quasi a forza
dentro alla gioielleria.
E anche il
problema regalo era risolto… il giorno dopo, alle 9, avevo ‘preso in
prestito’ lo scooter di mio cugino Lucas e ero andata a casa di
Nicola. Gli altri invitati sarebbero arrivati un’ora dopo, volevo
aiutarlo a sistemare tutto per la festa.
Nicola quando
mi vede arrivare mi accoglie con un sorrisone, rubandomi un bacio. Avevo
portato le mie cassette rock e le avevamo ascoltate insieme, decidendo
quali fossero le migliori per la festa. Mentre lui sistemava la roba da
bere e gli snack su un tavolo, io scrivevo cartelli scherzosi da
appendere in giro per la stanza…
Avevo appeso
un “..E ORA ABBUFFATEVI, PORCI!!” sopra al tavolino con gli snack e
un “LUOGO DI PERDIZIONE” nella parte dove c’erano sedie, divanetti
e bottiglie d’alcool sparse qua e là, che aspettavano solo di essere
bevute. Nicola era scoppiato a ridere leggendoli, e io sorridevo
abbracciandolo. Era così bello guardarlo in quegli occhi azzurri come
il cielo…
Nicola mi
bacia con passione, facendomi spallare delicatamente al muro… con una
mano mi accarezza il viso… io mi siedo su un tavolino appena dietro di
me continuando a baciarlo…
“…Ehi…
tesoro.. potrebbe scendere tua sorella da un momento
all’altro..” lo rimprovero io scherzosamente, con un sorriso. Lui mi
sorride affermando un sicuro: “Mia sorella non scenderà prima delle
dieci, vedrai… e manca ancora mezz’ora…” mi sussurra lui
all’orecchio accarezzandomi la schiena… Chiudo gli occhi sentendo i
brividi scorrermi sulla pelle.
In quello
stesso momento, qualcuno apre la porta di botto.
“EHI!! Sono
arrivati Roberto ed Heliza!!!”
Jennifer,
l’odiosa e acida sorella di Nicola. Aveva un anno in meno di me, ma
questo certamente non costituiva un ostacolo alla sua brillante carriera
di puttanella del quartiere.
Alzo un
sopracciglio guardando Nicola con aria sarcastica.
“Non
scendeva prima delle 10, eh?” commento trattenendo una risata. Nicola
lancia un’occhiataccia alla sorella. “Jennifer! Che diavolo ci fai
qui?! Credevo fossi ancora in camera tua con Greta!!” poi torna a
guardarmi. “Ehm.. beh, anche i migliori sbagliano, no?!” mi dice
toccandosi nervosamente i capelli, un po’ a disagio. “Certamente”
rispondo io, con un sorrisetto.
Andiamo a
salutare Roberto ed Heliza, e in poco tempo arrivano tutti gli invitati.
Roberto, Heliza, Thomas, Mauricio, Emanuel e la sua ragazza, Aida,
‘Costantino’ e Marcos.
Metto
a tutto volume Heart-Shaped Box dei Nirvana. “Ehi, li
conoscete, questi? Sono mitici!” esclamo entusiasta, mentre il
riff iniziale di chitarra si diffonde nella stanza con una scarica di
adrenalina.
La festa
procede alla grande, balliamo beviamo cantiamo e ci scateniamo, mentre
io e la sorella di Nicola continuiamo a battibeccare sul volume dello
stereo. Lei abbassa perché odia il rock, io subito corro ad alzare al
massimo… e alla fine, ovviamente è lei quella a doversi arrendere.
Heliza balla
guardando estasiata il suo Roberto… mi soffermo a guardarli mentre
sorseggio un po’ di Bacardi al limone… posso leggere negli occhi di
Heliza quanto sia innamorata. Roberto invece mi pare più distante…
mah, è sempre stato un ragazzo un po’ timido e riservato, sarà il
suo carattere…
Ad un tratto
vado da Nicola e lo porto in camera sua. Voglio dargli il mio regalo, da
soli, senza tutta la confusione che c’è di là. Mi siedo sul letto e
glielo porgo. Nicola sorride e scarta il regalo…
Quando prende
in mano il bracciale e legge il mio nome scritto dietro, sorride felice,
come mai l’avevo visto sorridere fino a quel momento. Mi
abbraccia e mi bacia. “Oh, dolcezza, è un regalo stupendo! Grazie
mille bimba, sei fantastica” esclama, continuando a baciarmi.
Sono
felicissima che gli sia piaciuto il mio regalo... ci tenevo così tanto!
Dopo un po’
scendiamo e torniamo al casino della festa. Tutti continuano a
divertirsi, quasi non si sono accorti della nostra assenza… ma… noto
che manca qualcuno. Poi realizzo. Roberto e jennifer
nn si vedno. Ne hanno fatto?
Non faccio in
tempo a chiedermelo che ecco tornare Heliza.
“Ehilà!
Sono andata un attimo al bagno! Hai visto Roberto?” mi domanda
con un sorriso. “A dire la verità… no… ma probabilmente sarà
solo uscito a prendere una boccata d’aria” la rassicuro io con un
sorriso. Qualcosa non mi quadra… ho un brutto presentimento… Ma non
dico nulla ad Heliza, non vorrei metterla in allarme per nulla.
Heliza mi
sorride di rimando, anche se noto dalla sua espressione che è poco
convinta. Non mi sfugge nulla del suo viso, ormai mi basta uno sguardo
per capire il suo stato d’animo. Decido di non pensarci e mi prendo un
altro bicchiere, stavolta di Cahipiroska alla fragola..
Neanche dieci
minuti dopo sento una mano toccarmi la spalla.
Heliza.
“Ehi,
Anayuzza, scusa se ti rompo, ma… ancora non riesco a beccare Roberto,
te sai dove si è cacciato?” mi domanda, sorridendo. Sta cercando di
nascondere un’evidente inquietudine, lo noto subito. Ma che sta
combinando quel coglione di Roberto?! “Sinceramente non ne ho idea…
se vuoi vengo fuori con te a vedere se c’è… su dai, vieni con me”
le rispondo io, cercando di apparire il più tranquilla e rilassata
possibile…
La prendo per
mano con un sorriso e la trascino fuori dalla porta fino al grande
giardino della casa di Nicola. Mi guardo attorno… sembra non esserci
nessuno…
“Mmmm…
non vedo nessuno, Heliza… non è che magari è andato in bagno?
Potrebbe essere…” ma non riesco a finire la frase che sento dei
rumori strani provenire dal retro della casa… dei.. sospiri… una
voce femminile…chiudo gli occhi sperando con tutta me stessa che non
sia ciò che penso io. Ma è inutile. Lo è.
Giro
l’angolo e vedo Jennifer spallata al muro e Roberto che si da’ da
fare per essere l’ennesimo amico di Nicola che passa per il letto di
sua sorella. In questo caso non è un letto, ma l’azione è la stessa.
Heliza non ha
parole per esprimere il groviglio di sensazioni che di sicuro avrà
dentro di sé. Non ho neppure il coraggio di guardarla, né di guardare
loro, non so che fare, vorrei sprofondare.
Roberto e
Jennifer si accorgono della nostra presenza, si voltano a guardarci, le
facce paonazze, gli occhi sgranati, ancora il fiatone. Roberto farfuglia
qualcosa per giustificarsi, ma è troppo tardi.
Heliza corre
via mentre lacrime amare non possono fare a meno di solcarle il viso. Mi
volto per cercarle di fermarla, ma non ci riesco… e poi non saprei
neppure se sarebbe potuto servire a qualcosa.
“HELIZA!!Heliza
aspetta!” grida Roberto, allungando una mano verso di lei, nello
stesso intento mio di fermarla, ma anche lui non ci riesce. Jennifer ha
la stessa espressione sconvolta da 10 minuti.
Li guardo
entrambi con tutto il mio disprezzo.
“Ecco,
siete contenti?! La sapete una cosa? Mi fate schifo!” esclamo
io con tutta la rabbia che avevo in corpo. Robert che stronzo che
stronzo Dio mio che stronzo… e quella
troietta di Jennifer.. Cristo Santo… devo trattenermi per non fare un
occhio nero a tutt’e due.
Mi volto e
vedo la figura sottile di Heliza che si allontana correndo. Velocemente
aumento il passo per raggiungerla… non posso lasciarla da sola in
quelle condizioni.
Ma non riesco
a muovere più di due passi che vedo arrivare Nicola. Mi
sorride con aria sollevata.
“Ehi,
bimba, eccoti qui! Non ti vedevo più, mi chiedevo dov’eri...
ehi, ma sei sconvolta! Che succede?!” mi chiede, accorgendosi della
mia espressione. Mando giù la saliva cercando le
parole per dirglielo.
“Vuoi
sapere che succede?” rispondo. “Succede che dietro a casa tua ci
sono il tuo migliore amico e tua sorella che stanno scopando. Ed Heliza
che è scappata via piangendo.” Aggiungo con la voce più ferma
possibile. Nicola mi guarda con occhi increduli.
“Che… che cosa?! Roberto e... e mia sorella?! Heliza... scappata via
piangendo...Ma... ma come...” farnetica lui, sconvolto quanto
me. Poi dall’incredulità la sua espressione passa alla rabbia, e
dalla rabbia alla furia. Lo vedo avvicinarsi a passi svelti e decisi
verso Jennifer e Roberto.
“Nicola!
Nicola dove vai?” esclamo. Adesso lo mena, adesso lo mena...
penso fra me e me... “Vado a dire qualcosa a quei due… quei
due…” urla Nicola, non trovando le parole per definirli. Non so se
fermarlo o no. Alla fine decido di lasciarlo fare. Ha tutti i diritti di
essere incazzato. Il suo migliore amico sta tradendo la migliore amica
della sua ragazza con sua sorella che ha 13 anni appena compiuti. Il
giorno del suo diciottesimo compleanno. No, non possono passarla liscia.
Non devono.
La situazione
si fa incandescente e dalla stanza dove ancora si sta svolgendo, ignara,
la festa, arriva il ritmo violento e rumoroso degli Iron Maiden. Quasi
una colonna sonora per la battaglia che ha inizio.
Jennifer si
para davanti a Nicola con lacrime di coccodrillo che le solcano gli
occhi, urlandogli di lasciar stare, di andarsene. Nicola non sente
ragioni e la spinge in un angolo urlandole di rivestirsi. E’ fuori di
sé. Lei ubbidisce, lanciandomi talvolta occhiate furiose, per la rabbia
di essere stata scoperta dal fratello a causa mia e per la vergogna di
essere vista in quello stato.
Ed è la
volta di Roberto. Io sono lì, a pochi passi da loro, ogni tanto mi
guardo indietro, cercando con gli occhi Heliza, indecisa se restare lì
con Nicola o cercarla. E’ come se le mie gambe fossero incollate lì,
ammutolita assisto alla scena.
Nicola guarda
Roberto con un’espressione indecifrabile. E’ arrabbiato,
imbarazzato, deluso, perplesso, incredulo, furioso. Lo guarda come se
fosse la prima volta che lo vede. Non trova parole per capire la
situazione.
“Si può
sapere che cazzo ti gira in quel cervello?! Che diavolo ci sei venuto a
fare qui, con mia sorella!! Ha appena 13 anni, ma che cazzo sei, un
pedofilo?! Ed Heliza!! Non hai pensato a lei?! Mi
hai rovinato la festa con le tue idee! La festa dei miei 18 anni!!”
gli urla, mentre Roberto continua a fissarlo con le labbra socchiuse,
non sapendo che dire. A quel punto le mie gambe tornano ad appartenermi,
e decido di andare a cercare Heliza. Faccio il giro del giardino, e alla
fine la ritrovo fuori dal cancello, accucciata dietro ad una macchina,
tenendosi le ginocchia con le braccia, i capelli spettinati, le spalle
che sussultano al ritmo dei singhiozzi.
Mi abbasso
per arrivare alla sua altezza e le accarezzo i capelli, con dolcezza.
“Heliza…
stellina… Heliza…” sussurro, alzandole il viso con un dito e
guardandola negli occhi rossi di pianto con apprensione. “Heliza…
io… non so che dire, né che pensare… non… non immaginavo…”
farfuglio io, cercando le parole giuste per consolarla.
“NEPPURE
IO!! Neppure io non immaginavo, cazzo, cosa diavolo avrei potuto
immaginare?! Fino a ieri andava tutto benissimo! Mi aveva perfino
regalato un anello, a Natale! Una fedina! UNA
FEDINA!! E ora ha mandato tutto a puttane! Tutto! Con quella...
quella... quella troietta di Jennifer...!” urla lei mentre lacrime
copiose continuano a rigarle le guance, e il naso le diventa tutto rosso
dalla rabbia e dalla disperazione.
“Heliza…
oh, è andato tutto da schifo! Farei qualunque cosa per evitarti tutto
questo dolore, ma purtroppo… purtroppo non posso fare niente… dai,
vieni qui, lascia almeno che ti abbracci” le sussurro continuando ad
accarezzarle i capelli. La stringo forte coccolandola dolcemente,
cercando di alleviarle tutto il dolore che il suo delicato cuoricino
starà provando.
Sono rimasta
un bel po’, per terra dietro a quell’auto blu, consolando le lacrime
di Heliza. E poi lei, stanca, triste, sfinita, ha voluto andarsene, così
l’ho portata a casa dietro al mio scooter e l’ho salutata con un
abbraccio assicurandole tutta la mia disponibilità, nel caso volesse
parlare con qualcuno.
E poi… non
potevo non andare da Nicola. Avevo dovuto lasciarlo lì con sua sorella
e il suo ormai ex migliore amico, per andare a soccorrere la
disperazione di Heliza. Ma…lui era pur sempre il mio amore, e non
potevo lasciarlo da solo proprio in un giorno così importante e,
purtroppo, così schifosamente concluso.
Così
parcheggio lo scooter nel vialetto della casa, mi tolgo il casco e mi
avvicino alla porta sul retro della casa. Quella porta conduceva
direttamente al corridoio che portava alla camera di Nicola, ci ero
passata ormai un sacco di volte.
C’è un
casino pazzesco in quel corridoio, proviene dalla stanza di Nicola. La
festa ormai è finita, se ne sono andati tutti, è rimasto solo lui,
solo e arrabbiato e deluso e incredulo.
A passi
veloci arrivo davanti alla sua porta, e riconosco quella musica. E’
Smells Like Teen Spirits, dei Nirvana. Album Nevermind del
1991. A quanto pare ha deciso di spararsi la musica rock a palla
per sfogarsi un po’. Io lo faccio sempre, quando sono incazzata col
mondo.
Apro
lentamente la porta e lo trovo steso sul suo letto, tenendosi la nuca
con una mano e tenendo in mano una Lowenbrau con l’altra. Guarda con
occhi vuoti il soffitto. Quasi non si accorge che sono entrata.
Mi avvicino a
lui e mi siedo in parte al letto. Noto delle lacrime scendergli
lentamente sulle guance. Lui stringe gli occhi per ricacciarle indietro,
ma non ci riesce.
“Oh,
Nicola…” gli accarezzo il viso guardandolo mordendomi un labbro. Lui
finalmente mi guarda.
“Ciao,
bimba…” sussurra, spegnendo lo stereo. Gli passo un dito sotto agli
occhi asciugando quell’accenno di lacrime, e lo guardo con dolcezza.
“Mi dispiace tanto…” è l’unica cosa che riesco a dirgli. “Lo
so” risponde lui, con un mezzo sorriso. “Dai, vieni qua” aggiunge,
allungando una mano per stringermi a lui. Io mi distendo accanto a lui
sul letto e lo accarezzo sul viso e poi sui capelli, sforzandomi di
sorridergli.
“Non
immaginavo… non immaginavo davvero, che potesse esserci qualcosa fra
lui e mia sorella. Stava tenendo il piede in due scarpe… una scarpa
era la tua migliore amica, e l’altra era mia sorella…” sussurra
lui, stringendo le labbra come se non riuscisse nemmeno a pronunciare il
nome di Roberto senza innervosirsi. “E chi poteva
immaginarselo?” commento io. “Davvero, mi pareva così legato ad
Heliza, che mai avrei potuto pensare che potesse farle questo… e
soprattutto, non credevo sarebbe mai stato così stupido da rischiare di
essere scoperto proprio in una festa così importante… la tua…”
Nicola sospira ripensando a tutto quello che era successo. “Sì, la
mia, cazzo, la mia! Bimba, non hai idea di quanto ci sia rimasto male…
il suo comportamento è stato tremendo, davvero tremendo, ed io… io
non ho più intenzione di vederlo” aggiunge con una nota di durezza e
tristezza nella voce. “Ti ha deluso tanto, eh?” sussurro io
accarezzandogli dolcemente il viso. “Purtroppo non posso che darti
ragione… e ora però non so proprio che fare per Heliza. E mi dispiace
un casino che la tua festa sia stata rovinata!” aggiungo, dispiaciuta.
“Lo so, piccola, lo so, so che anche tu ci tenevi che andasse bene, si
capiva dalla cura con cui hai sistemato tutto per la festa e dal
bellissimo regalo che mi hai fatto… e ora… l’importante ora per me
è averti accanto… dolcezza… sei l’unica che possa davvero
consolarmi, in questo momento” Nicola mi abbraccia, baciandomi con
dolcezza. Restiamo lì così, abbracciati, così tanto tempo che avevo
perso il conto dei minuti passati…
E così, si
conclude anche il compleanno di Nicola. Il nostro amore sempre più
forte, quello di Heliza spezzato. Mi avevo già progettato qualcosa per
farla tornare a sorridere, almeno un giorno solo….
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