Cap14.
Era
arrivato febbraio, e con esso anche il Carnevale era alle porte. Per
noi brasiliani è l'evento più importante di tutto l'anno:la
popolazione risparmia e tira la cinghia per potersi permettere i
costumi per la grande sfilata.
Anche in
Bolivia, dove vivevo in quel periodo, si festeggiava, ma in Brasile
era tutta un’altra cosa…
In tutto il
Paese è festa per quattro giorni. A Rio de Janeiro la città si anima
con balli notturni, sfilate in costume, e canti sfrenati dal sabato al
martedì grasso; adoravo quel periodo, di cui mi mancavano tantissimo
i colori, le feste, i balli, le piume e le paillettes che abbondano
nel Carnevale carioca.
Decisamente
una full immersion di allegria che sembrava essere proprio quello che
mancava da un po’ ad Heliza… inutile dire che nel giro di pochi
giorni un’idea particolare mi è balenata nella mente.
Così, quel
giorno, mi sono fatta dare uno strappo in motorino dal mio cuginetto
Lucas fino a casa di Heliza e sono entrata in camera sua.
“Hely!
Non sai che magnifica idea ho da proporti!” esordisco io, col
mio solito entusiasmo. Lei mi guarda alzando un
sopracciglio, un po’ scettica. “Ah si? Ovvero? Un’altra delle
tue pazzie, per caso?!” mi domanda, con una punta d’ironia. “Una
follia di quelle super! Hely! Che ne diresti di passare il
Martedì Grasso al Carnevale di Rio?! Sfileremo col carro di mio zio
Franco, lui e tutta la sua famiglia passano le vacanze di Carnevale in
Brasile, ci posso ospitare per quella giornata!! Oh, avanti, dimmi di
sì, i miei già mi lasciano, sarebbe un’esperienza fantastica!!”
esclamo io piena d’entusiasmo, quasi tutto d’un fiato. Heliza mi
ascolta sgranando gli occhi, con la solita espressione tra il
divertito, il complice e il perplesso che aveva sempre quando io le
esponevo le mie pazze idee.
“Anaya,
tu sei proprio folgorata! Però è un’idea allettante e mi
piacerebbe tantissimo… ma dove dormiamo? E quando partiamo? Dovremmo
partire la mattina molto presto… e ripartire il giorno dopo… ma
sicura che i tuoi ti lasciano? A tuo zio non
scoccia ospitarci?!” Heliza mi sommerge di domande. Ma
l’idea le piace, glielo leggo negli occhi. Dopo quella festa, è
sempre stata malinconica e triste... non può perdere questa magnifica
occasione di divertirsi finalmente un po’!
“Ma no che non scoccia a mio zio, anzi! Ha una
stanza degli ospiti con un letto a castello, dormiremo lì! Dai, pensa
che figata! Ci metteremo il bikini di paillettes e sfileremo in piazza
a Rio con il carro di mio zio! Sarà stupendo! E poi la sera tutti a
fare festa e a mangiare la feijoada!!”
esclamo io entusiasta dell’idea… poi mi avvicino ad Heliza
poggiandole una mano sulla spalla e guardandola ora con occhi più
seri e affettuosi. “Hely… ti ho vista soffrire tantissimo in
questi giorni, ti meriti finalmente un po’ d’allegria… te la
meriti tutta…” le dico io, sorridendole dolcemente. Heliza mi
sorride di rimando.
“Lo so
Anaya, apprezzo quello che stai facendo per me… è davvero un’idea
stupenda… ci sto!”
L’idea di
partecipare ad un carro del Carnevale di Janeiro ci entusiasmava
moltissimo. Io avevo già assistito ad una sfilata di Carnevale un
po’ di anni prima, ma ero ancora troppo piccola per poterci
partecipare e divertirmi sul serio. Heliza invece non era mai stata a
Rio, ed era ancora più emozionata di me.
Avevamo
fatto una lista delle cose da portare e avevamo riempito due valige
intere con la nostra roba. Ci era toccato perfino saltarci sopra per
riuscire a chiuderle, tra le risate generali!
Né la mia
famiglia né quella di Heliza stavano male in fatto di soldi, perciò
non avevamo avuto problemi per la spesa del viaggio. Finalmente, il
lunedì prima di Martedì Grasso, dalla Bolivia eravamo approdate fino
a Rio de Janeiro. Erano le sei di sera, emozionantissime e per nulla
stanche una volta arrivate nella casa di mio zio ci eravamo fiondate
nella camera degli ospiti a depositare la nostra roba. Il giorno dopo
sarebbe stato il Grande Giorno!
La notte
non abbiamo praticamente mai dormito, emozionate com’eravamo.
Avevamo chiacchierato fino a tardi, passandoci una birra e una cicca.
Il giorno
dopo, eravamo scese in cucina verso le undici per fare una colazione
un po’ in ritardo rispetto al solito. Ci eravamo preparate un caffè
e poi ci eravamo vestite. Sotto alla giacca avevamo già pronti i
nostri coloratissimi bikini!
I miei
cugini Lucas e Laura ci aspettavano per mezzogiorno e mezzo ad una
pizzeria nell’imponente Plaza XV De Novembro. E’ una piazza molto
grande e conosciuta, sarebbe anche decisamente carina se non ci fosse
il passaggio della strada sopraelevata (perimetral) a guastarne
la vista.
Con un paio
di fermate di metropolitane ci siamo arrivate e abbiamo preso una
pizza insieme ai miei adorati cuginetti. Heliza conosceva già Lucas,
che mi dava sempre strappi qua e là quando dovevo andare da qualche
parte e che spesso stava a casa mia ad ascoltare qualche nuovo cd rock
con me. Laura invece non l’aveva mai incontrata prima, perché
conviveva col suo ragazzo fuori da La Paz e non la si vedeva quasi mai
lì in giro.
Alle tre
finalmente è iniziato il divertimento! Con uno squillo di tromba è
stato dato ufficialmente il via alla sfilata dei carri, o meglio,
quello che noi brasiliani chiamiamo il Carnaval Maravihloso,
ovvero il Carnevale di strada. C’era veramente un casino di gente,
la musica era assordante e i carri innumerevoli .
Avvolte nei
nostri bikini di paillettes azzurre, con una piuma blu come orecchino
e i tacchi a spillo, io ed Heliza sfilavamo insieme a moltissime altre
ragazze di fronte al carro di mio zio Franco ballando al ritmo di
samba e sventolando la bandiera brasiliana. Ci scambiavamo sguardi
euforici ridendo senza motivo, felici di essere lì.
La musica
era davvero altissima e la sentivo rimbombarmi nel petto, eppure non
mi dava fastidio e continuavamo a scatenarmi come una pazza, le
energie sembravano non esaurirmisi mai!
Spesso si
avvicinava qualche marpione abbigliato con camicie sgargianti che ci
rivolgeva un sorrisetto sornione, noi gli facevamo gli occhi dolci di
rimando e poi scoppiavamo a ridere.
Era la
prima volta dopo settimane che non vedevo più Heliza così felice!
Ero davvero contenta di essere riuscita a tirarle su il morale, almeno
solo per una giornata.
Tizi con
l’altoparlante facevano un casino pazzesco, sovrapponendosi a quello
della musica. Mi pareva di stare in mezzo ad un vortice di colori e
musiche sfrenate. Era arrivata la Banda di Ipanema!
Suonano samba fino a notte fonda.
Verso le
sette la sfilata del carro di mio zio in giro per i blocos (cioè
i quartieri brasiliani) era finita, così eravamo andati al Sambodromo
dove ad un prezzo bassissimo ci siamo assicurati dei posti per
assistere alla sfilata dei danzatori di samba. Un vero e proprio Stadio
della Samba!
D’altronde
la popolarità della samba è largamente responsabile del successo del
Carnevale brasileiro, che è conosciuto praticamente a livello
mondiale;le scuole che sfileranno passano mesi a cercare canzoni e
balli che riflettano la storia brasiliana e il clima politico
contemporaneo. La scuola vincente viene scelta da una giuria che dà
voti separati per i diversi aspetti della sfilata. Ognuna vuole
conquistare il gran premio dell'anno, ovviamente.
Vista dalle
gradinate, è tutto un ondeggiare di cappelli con fantasie coloniali e
perizoma brillantati, un serpentone snodato che fa ballare migliaia di
persone, a piedi o sui carri, fino all'alba .
Non avevo
dormito quella notte e ballavo dalle tre del pomeriggio, eppure erano
arrivate le undici e ancora non ero stanca! Finita la sfilata dei
danzatori di samba, ce ne siamo tornati a casa percorrendo le strade
che pullulavano ancora di ragazze e ragazzi in maschera con tanto di
piume colorate, che ballavamo al ritmo della musica divertente e
sensuale del Carnevale Brasiliano.
Arrivati
alla casa di mio zio che dava sulla spiaggia di Copacabana, io, Heliza,
Laura e Lucas ci eravamo subito messi all’opera per prepararci uno
spuntino di mezzanotte decisamente sostanzioso, in pieno stile
brasiliano: feijoada, accompagnata con arance tagliate a
rondelle, e da bere la batida
paulista .
La batida paulista è il drink alcolico tipico del Brasile a
base di cachaça (ovvero la famosa acquavite brasiliana), da
bere ghiacciata. La feijoada invece è un piatto di carne di
maiale.
Una volta
cucinata, avevamo preso delle coperte leggere e le avevamo portate
sulla spiaggia, dove dopo aver acceso un piccolo fuoco ci siamo messi
tutti quanti a mangiare.
“Ehi! Ma
ci hai messo la pimenta!! Lo sai che odio il peperoncino!” esclama
ad un certo punto Laura afferrando subito il suo bicchiere di batida
per rinfrescarsi la gola.
“Ma va là
che è buonissimo! Su mangia e ringrazia il vostro chef personale.”
Scherza Lucas addentando la sua feijoada. Noi siamo scoppiate a
ridere.
“Sì,
concordo! Davvero bravo questo chef, magari ti lascio pure la
mancia” aggiunge Heliza scherzando. Lucas le fa l’occhiolino e
da’ un sorso alla sua batida.
“Mmmm,
adoro la batida! Questa sera voglio ubriacarmi di batida paulista”
esclamo io ridendo. Lucas sorride divertito, poi inizia a girarsi una
cartina.
“Ehi! Sai
che io non so girare le cartine? Mi insegni?!” gli domando io,
avvicinandomi a lui col viso.
“Anaya
impedita!!” esclama lui prendendomi in giro. “Dai, capro! Zitto e
mostrami come si fa” lo zittisco io. Lui mi fa vedere la procedura
per girare una sigaretta… dopodiché riempie la cartina di una
specie di erbetta stopposa e ci avvolge attorno la cartina. Heliza gli
lancia un accendino e Lucas accende. Io annuso l’aria. “Ehi,
questo non è l’odore del fumo che conosco io…” commento poco
convinta. Laura sorride con l’aria di chi la sa lunga. “Infatti
questa è una sigaretta magica… vero fratellone?!” esclama rivolta
verso Lucas, lanciandogli uno sguardo d’intesa. “Verissimo,
Lauretta” approva lui, dando un tiro alla sigaretta. Io ed Heliza ci
guardiamo divertite. “Sigaretta magica? O forse è meglio dire erba
magica?!” esclamo io. “Erba magica, esatto! Brava cuginetta.
Dai, non fai un tiro? Anche tu, Heliza!” risponde Lucas porgendomi
la canna e facendo un cenno con la testa ad Heliza. Io prendo in mano
la canna tra il pollice e l’indice, mezza distesa per terra,
tenendomi su con un gomito sulla sabbia e tenendo l’altro gomito sul
ginocchio piegato. Faccio il mio primo tiro di canna… mmm…
decisamente buono. “Ehi, questa roba sì che è magica!” esclamo
ridendo, passandola ad Heliza, che aspira avidamente. Butta fuori il
fumo con l’aria di chi vuole godersela fino all’ultimo tiro, poi
guarda Lucas. “Ma mi sento uguale a prima… non dovrei fare la
stupida adesso?” domanda candidamente con un sorriso divertito sulle
labbra. Lucas alza un sopracciglio.
“Abbi
fede, vecchia…abbi fede” le risponde, mentre Laura si gira
un’altra canna.
E ha
ragione.
Inizio a
vedere le facce prima vicinissime a me e poi d’improvviso lontane più
d’un metro… mi sfrego le mani sugli occhi, li chiudo e li riapro,
perplessa… Oddio! Non l’avessi mai fatto!Vedo tutto ancora più
storto e sfocato. Mi viene da ridere. Hahahaha!
Mi copro
con una mano gli occhi, poi la tolgo con un sorrisone in faccia, e
rido e rido e rido e un motivo non c’è, ma è bello ridere è bello
divertirsi e allora perché non farlo?! Viva la vita! Prendo a
braccetto Heliza cercando di alzarci, ma sembra che le mie gambe
abbiano intentato causa di divorzio col resto del mio corpo… metto
un piede davanti all’altro, cercando di equilibrarmi muovendo le
mani e agitando in aria una bottiglia di vino, inciampo e cado di lato
trascinando con me Heliza che scoppia a ridere. Uahaahha! Siamo
cadute! Heliza sputa la sabbia che l’è finita in bocca e io rido
osservando la scena. “Ehi! Non si ride delle disgrazie altrui!!”
urla Heliza lanciandomi la sabbia con le mani chiuse a coppa. Io
abbasso la testa proteggendomi gli occhi con le mani mentre la sabbia
mi finisce tutta tra i capelli. “Nooo! Bastarda!!” esclamo io,
rovesciandole in testa tutta la bottiglia di vino mentre Heliza
squittisce disperata come un topolino di campagna. Fradicia, puzzando
di alcool come una vecchia ubriacona, Heliza si rialza con aria
bellicosa con tutta l’intenzione di vendicarsi… Io ridendo come
una deficiente mi alzo tenendo ancora la bottiglia vuota saldamente in
mano e, incespicando qua e là, cerco di fuggire all’ira omicida di
Heliza che cerca di inseguirmi ridendo, più storta di così si
moriva!
Sgocciolando
qua e là con la bottiglia in mano, finisco addosso ad un cespuglio e
quando mi giro per sfuggire ad Heliza che mi aveva raggiunto, lei mi
crolla addosso inciampando in un sasso nascosto tra la sabbia e,
ridendo come due pazze, finiamo lunghe distese per terra fra le risate
generali di Lucas e Laura.
“Ehi,
ragazze! Dovremmo farle più spesso queste rimpatriate! Mi sto
divertendo da matti” esclama Lucas agitando in aria la sua batida
con aria divertita e compiaciuta al tempo stesso.
Da una casa
lì vicino, dove probabilmente stava svolgendosi una festa di
Carnevale, proviene la musica di una delle mie canzoni preferite… Because
The Night di Patty Smith.
In preda ad
un attacco di divertita follia, mi sfilo via la maglia e i
pantaloncini e restando in mutandine e reggiseno, corro tutta storta
verso il mare toccando con i piedi l’acqua bassa sulla battigia.
“EHIIII! Dai ragazzi facciamo il bagno di mezzanotte!! YU-UUUUH!!”
urlo io avventurandomi verso l’acqua più alta.
Urlando un
“SIIIIIIIII!!” decisamente entusiasta e notevolmente ubriaco,
Heliza mi segue con un’andatura altrettanto incerta. Lucas e Laura
si guardano, alzando un sopracciglio divertiti e sorpresi dalla mi
audacia, poi con un’alzata di spalle si liberano anche loro dei
vestiti e si tuffano dalla parte del litorale quasi semideserto dove
stavamo noi.
Muovo la
testa facendo ondeggiare i capelli, agito le mani verso l’alto in
una specie di danza sull’acqua, mentre Heliza ridendo mi segue.
...Take
me now baby here as I am
pull me close, try and understand
desire is hunger is the fire I breathe
love is a banquet on which we feed...
Canticchio
la canzone socchiudendo gli occhi, ora l’euforia di prima ha
lasciato il posto ad un certo torpore e rilassamento...mi muovo
ondeggiando con grazia, gli occhi chiusi, un sorriso rilassato in
volto… capisco sempre meno, però sento la musica e questo mi piace.
...Come
on now try and understand
the way I feel when I'm in your hands
take my hand come undercover
they can't hurt you now,
can't hurt you now, can't hurt you now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us!
Mmmm... mi
piace la sensazione dell’acqua fresca che mi lambisce i fianchi... a
tratti mi sembra bollente, a tratti gelida… le gambe fanno quello
che vogliono, è inutile, non mi ascoltano manco a pagarle… e
socchiudo gli occhi e canto… sì….
have
I doubt when I'm alone
love is a ring, the telephone
love is an angel disguised as lust
here in our bed until the morning comes
come on now try and understand
the way I feel under your command
take my hand as the sun descends
they can't touch you now,
can't touch you now, can't touch you now
because the night belongs to lovers ...
With
love we sleep
with doubt the vicious circle
turn and burns
without you I cannot live
forgive, the yearning burning
I believe it's time, too real to feel
so touch me now, touch me now, touch me now
because the night belongs to lovers
if
we believe in the night we trust...
Il mattino
dopo. Quella maledetta sveglia fa sempre un casino bestiale quando
suona, Cristo.
Con una
manata la blocco mugugnando. Un raggio di sole mattutino mi arriva
giusto giusto negli occhi, aggrotto al fronte usando la mano come
scudo contro la luce. Con l’altra mano stringo saldamente a me il
piumino del letto, mi guardo attorno cercando di mettere a fuoco.
Dio, che
gran mal di testa.
Heliza
riemerge da sotto le coperte con un’espressione non meno assonnata
della mia in viso.
Ci
guardiamo.
Risata
generale.
“Mio Dio,
Anayuzza, ma tu non hai mal di testa?!” esclama lei tenendosi la
fronte con le mani. Io rido svegliandomi un po’. “Eccome se ce
l’ho anch’io! Sono distrutta, Cristo!” le rispondo con una
risata. Con un ammirevole sforzo di volontà, mi alzo dal letto e,
traballante, mi avvio verso il bagno massaggiandomi la schiena. Ho una
botta pazzesca tutta blu proprio in parte al fianco, ma che cacchio ho
fatto l’altra sera?! Sarò crollata addosso a qualcosa. Boh.
Mi infilo
sotto alla doccia evitando accuratamente di guardarmi allo specchio,
per non prendermi un infarto di fronte al decisamente poco sexy
spettacolo dei capelli tutti spettinati e sudici di sabbia e il trucco
colato.
Dopo una
doccia sia per me che per Heliza, un cambio di vestiti e una ciotola
di latte e cereali per colazione, salutiamo tutti e ce ne torniamo a
casa. Durante il viaggio abbiamo alternato momenti di risata generale
ad altri di completo torpore, una addormentata sulla spalla
dell’altra.
Un
soggiorno pazzescamente divertente nella mia amata Rio de Janeiro…e
sorrido guardando fuori dal finestrino, ubriaca di vita.