Cap.6
Mmmm.
Mal
di testa.
Domenica
mattina. Mi sembra di
aver preso una manganellata in testa. Martella, martella, martella,
che male, mi pulsano le tempie. Allora sono questi i famosi “postumi
da sbornia”? Cazzo se fa mi fa male la testa. E’ perché non sono
abituata. Me l’ha detto Lucas. Lui sa sempre tutto, lo vedevo come
una specie di tuttologo, in fondo avevo 11 anni.
La
prima sbornia me la ricorderò per sempre. E’ stata la prima e
l’ultima sbronza che mi sono presa con la compagnia di mio cugino.
Mi hanno detto che se già sono vivacissima da sobria, da ubriaca sono
letteralmente incontenibile. Un uragano in espansione!
Ho
continuato a uscire con loro fino alla seconda media, poi loro ormai
erano troppo grandicelli per me, avevano la macchina e stavano via
fino alle 6 del mattino, io alle undici dovevo rincasare… ormai non
eravamo più compatibili.
…Ma
la vostra Anayuzza ai sabati sera in giro per i pub non ci rinuncia.
Della serie: e fu così che si creò una nuova compagnia.
Precisamente, a novembre della terza media, durante una gita
scolastica, era il 1992. Abbiamo trascorso 3 giorni a Salvador Bahia,
sempre in Brasile.
Quanto
ci siamo divertiti in quella gita! Io ero in stanza con la mia
migliore amica dell’epoca, Catarina Ramos, figlia di amici della mia
famiglia. Eravamo amiche per la pelle dall’asilo.
Ad
ogni modo, ogni sera chiamavamo un sacco di amici nella nostra stanza
a guardare la tv con noi e a sgranocchiare patatine, cioccolata e
schifezze di ogni genere e ascoltare il mio amato rock!!
Ovviamente
di nascosto dai professori, furtivamente pian piano la nostra stanza
si riempiva: alla fine al posto di due eravamo in sei o sette! E così
si è formato il mio nuovo gruppo di amici, composto da, oltre a me e
Catarina: Christian, Antônio, Ana Beatriz, Miguel e Leandro.
Le
prime due sere è andato tutto bene, ci sentivamo dei grandi geni per
non esserci mai fatti sgamare neppure una volta. Ma mai cantar
vittoria troppo presto!
La
terza sera stavamo guardando la tv e sgranocchiando patatine quando
Christian mi ruba il pacchetto di patatine. “Ehi, ladro! Dammi il
malloppo!!” esclamo io ridendo e saltandogli addosso. Christian
cerca di fermarmi ma finiamo inevitabilmente giù dal letto, mentre io
gli mordo le mani per cercare di riappropriarmi di ciò che è mio:
“Ammazza Anaya ma che hai al posto dei denti, lame di rasoio?!
Ahia!!” esclama Christian ridendo. “Catarina che fai lì
impalata?! Buttati nella mischia!!” aggiungo io, rivolta verso
Catarina mentre vengo schiacciata da Christian che riesce a
riappropriarsi delle mie patatine.
Inutile
dire quello che ormai avrete immaginato: nel giro di cinque minuti
dalla zuffa mia e di Christian s’è formata una mischia incredibile
di ragazzi urlanti e scalcianti.
Forse
un po’ troppo urlanti e scalcianti.
Un
battito di nocche sulla porta ci distrae dalla nostra cagnara.
“Catarina?
Anaya? Si può sapere che state combinando?!”
La
professoressa Hernandez!!!
Ci
guardiamo in faccia con sguardo terrorizzato. Come sempre, il sangue
freddo spetta a me e decido di tentare di sistemare la situazione.
“Eravamo
sotto la doccia! Può attendere un attimo? Le apro subito!” esclamo
spingendo via gli altri e intimando loro di nascondersi. Mi avvolgo in
fretta e furia un asciugamano in testa come se fosse un turbante per
asciugarsi i capelli e apro lievemente la porta.
“Signorina
Hernandez? Mi scusi, io e Catarina litigavamo per avere il phon, sa,
ne abbiamo uno solo… mi scusi, prometto che cercheremo di fare meno
confusione” dico tutto d’un fiato sperando ardentemente che la
professoressa Hernandez non voglia entrare a controllare.
“Sarà
meglio, Imanu, o potrei aggiungere un’altra nota sul registro alla
tua già ricca collezione” mi risponde acida la Hernandez con un
perfido sorrisetto.
Io
trattengo il respiro nell’attesa che la Hernandez se ne decida ad
alzare i tacchi e andarsene… quando finalmente chiude la porta, mi
lascio andare in un profondo sospiro di sollievo.
“Ehi,
ragazzi, potete uscire adesso!!”
Non
potevo trattenere le risate di fronte a quella scena. Ana Beatriz e
Catarina s’erano nascoste sotto alla doccia, Christian e
Antônio sotto ai letti, e Miguel e Leandro s’erano infilati
dentro l’armadio!!
C’erano
teste di ragazzi non ben identificati che sbucavano dappertutto come
funghi. Peccato non avessi avuto una macchina fotografica con me al
momento, sarebbe stato troppo divertente avere le foto dei miei amici
come s’erano conciati!