Cap.8
Ben
presto io ed Heliza siamo diventate amiche per la pelle. Ci siamo anche
ritrovate in classe assieme, al liceo linguistico, ed eravamo sempre
vicine di banco, per la disperazione di quei poveri disgraziati dei
nostri professori!
Al
liceo, oltre allo spagnolo (lingua principale in Bolivia) e l’inglese,
che già studiavo dalle medie, studiavo anche il tedesco e il latino.
Seguivo inoltre un corso aggiuntivo per imparare il greco antico ogni
giovedì pomeriggio. In più, conoscevo già il portoghese, perché era
la lingua che si parlava in Brasile, mio Paese d’origine.
In
classe avevo fatto amicizia più o meno con tutti, ma soprattutto, oltre
che con Heliza, con Francisca Vázquez, Julia Navarro, Valéria Sanz e
Gisela Diez. Eravamo un bel gruppo. Ne combinavamo di tutti i colori
assieme!
Il
sabato sera uscivamo tutte assieme, con un gruppo di amici di Heliza più
grandi di noi, tra i 18 e i 20 anni: Marcos, Emanuel, Maurício, Thomas
e Roberto (il ragazzo di Heliza). Eravamo un bel gruppo affiatato, ma ne
mancava ancora uno: un certo Nicola, detto Il Biondo per il colore dei
suoi capelli, di certo molto rari da trovare in un gruppo di ragazzi
sudamericani. Parlavano sempre di questo Nicola. Mi avevano detto che
era in Italia al momento, e sarebbe tornato ai primi di novembre.
Perfetto, dico io, così può venire al mio compleanno e posso
finalmente conoscere questo tanto famoso personaggio. Chissà poi che
avrà di così speciale. Mah!
Mi
raccontavano spesso di lui. Mi dicevano che ascoltava anche lui hard
rock come me, che aveva un sacco di ragazze che gli sbavavano dietro sia
qui che in Italia, dov’era nato. Sua madre è italiana, precisamente
di Milano, mentre suo padre è Boliviano. E’ dalla madre che ha
ereditato gli occhi azzurri e i capelli biondi. Mi raccontavano di
Nicola che partecipava alle gare di moto clandestine ad Alto Lima, il
quartiere più malfamato della città, e che vinceva sempre. Mi
dicevano che era coraggioso, che aveva sempre una battuta a portata di
mano… non era difficile capire chi fosse il leader della compagnia,
sentendo le loro parole.
Questo
Nicola mi incuriosiva. Avevo voglia di conoscerlo. L’occasione per
farlo mi si presentò di lì a poche settimane. Il 4 Novembre compivo 14
anni e avevo deciso di andare a mangiare una pizza con gli amici per
festeggiare il compleanno. E sarebbe venuto anche Nicola.
Ecco,
eccoti tornare ancora dentro di me, prepotentemente, senza chiedere
permesso. Il ricordo del nostro primo incontro, a quella festa. La mia
festa, tra l’altro. Avevo portato tutti a mangiarsi una pizza in
centro, c’erano tutti i miei amici, e soprattutto c’era Heliza. La
mia migliore amica. Heliza. Vestita con quella maglia azzurra cielo, una
gonna nera con uno spacco audace, un paio di stivali col tacco dello
stesso colore, dalla linea netta e sicura, quasi spavalda. Due orecchini
chandelier azzurri appesi alle sue orecchie a punta, il viso
incorniciato da dei capelli corti corvini dal taglio ribelle e
spettinato pieni di gel, con un ciuffo di capelli in parte alla fronte
che le coprivano uno dei suoi occhioni.
Piccola pantera. Dolce gattina. Tenera e ribelle, proprio come
me.
Io
ero estasiata al centro della tavolata, al calore di quel gruppo di
amici che mi sorridevano e mi riempivano di regali, stretta e al sicuro
nell’affetto di tutte quelle persone, riunite accanto a me per
festeggiare il mio quattordicesimo compleanno.
Non
c’erano solo loro quella sera. “Su dai, usciamo a divertirci un
po’, che ne dite se chiamo i miei amici? Con loro facciamo un casino
bestiale, massì dai, adesso faccio un colpo di telefono al Biondo; così
te lo faccio conoscere, Anayuzza!”. La voce di Heliza, forte e sicura,
si aggiunge alle altre, sovrastandole.
“Fatta!
Tutti fuori a fare macello ragazzi! Yu-uuuuuuuuuh!”
Sono
felicissima, emozionata, eccitata, ho voglia di vivere e divertirmi,
quella è la mia sera. Il Biondo. Ho sentito così spesso parlare di
lui. Heliza soprattutto, mi faceva una testa così con questo Biondo, me
ne parlava sempre, mi raccontava di quell’estate trascorsa con lui,
tutte le cazzate che avevano combinato, la sua sbandata passata per lui,
i litigi, il casino che facevano insieme. La sorella odiosa, il padre
impegnato in politica, la passione per il calcio, le sue storie
d’amore passate, la sua antica cotta per la cugina di Heliza, María
Estela, tutto. Sapevo tutto di lui ancor prima di conoscerlo.
“Vedrai,
ti piacerà” mi sussurra Heliza all’orecchio imboccando il corridoio
per le scale verso l’uscita della pizzeria. Oh, non avrei mai
immaginato che potesse essere così vera quella frase.
Ad
un tratto mi fermo. Un gruppo di ragazzi sui 18 anni
ci sta raggiungendo lungo le scale. Sono tre. Uno è alto, con i
capelli corti, castani, a spazzola, le labbra carnose e un naso
importante. Ha una felpa
nera con la zip e un paio di jeans. Lo riconosco, è Roberto, il ragazzo
di Heliza: è arrivato finalmente, aveva appena finito il suo turno di
lavoro. Un altro è il più
basso del trio, con la carnagione abbronzata, due grandi occhi neri. Ha
una camicia elegante bianca e dei pantaloni di velluto. L’avevo quasi
scambiato per un cameriere. Non so il suo nome, ma sento che tutti lo
chiamano Costantino. Mi riprometto di farmi spiegare un giorno il perché
di quel soprannome. Costantino s’è trascinato dietro una ragazza dai
capelli rossi che non ho mai visto prima. Non sembra boliviana. Boh. Al
momento non mi interessa, sono troppo intenta a squadrare i nuovi
arrivati.
Il
terzo è il più alto di tutti, all’inizio il mio sguardo è attirato
da lui, quella faccia la conosco già, si chiama Thomas. Cresta di
capelli ingellati e piercing al sopracciglio. E poi c’è lui. Eccolo,
è il Biondo. Lo riconosco a prima vista. Capelli lunghi, biondi e
lisci, con due ciuffi sulla fronte, nascondono due penetranti occhi
azzurro ghiaccio. Una bella camicia nera con dei ricami barocchi, un
paio di jeans strappati sulle ginocchia con un geniale colpo di forbici
del sarto, delle scarpe nere, semplici, non troppo eleganti, ma neppure
sportive. È perfetto nella sua accurata scelta dei vestiti per
l’occasione. Bello in tutti i suoi difetti, affascinante e complesso,
odioso e adorabile allo stesso tempo. Misterioso e inconquistabile.
Sembra freddo e inarrivabile avvolto da quella camicia nera, in realtà
è fatto di passioni ed ire. Sofisticato e particolare con quell’orecchino
che spunta da sotto i morbidi capelli biondi, vistoso o anonimo, io lo
riconosco subito. Biondo. Nicola. E’ lui, me lo sento. Il mio cuore
l’ha già riconosciuto. E l’ha già scelto. E’ lui.
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