OH MIEI DEI !
Il primo periodo di
cui ho memoria è forse uno dei più lieti, vivevo in un epoca in cui la
mia magia mi innalzava al dì sopra degli altri; a quel tempo mi trovavo
in Grecia, lì ero considerata una Divinità, vi sembrerà assurdo ma
vivevo sul monte Olimpo insieme ad altri esseri “Speciali” come me.
La vita era meravigliosa, i greci ci facevano doni, costruivano templi
per venerarci ed in cambio noi ottemperavamo alle loro richieste; mi
identificavano come Madre Natura, a causa del mio potere di plasmare la
terra; con il tempo però il potere diede alla testa a molti di noi, da
lì nacquero numerose leggende che mostravano la crudeltà di alcuni e
la generosità di altri Dei. Uno di questi mitici episodi vede coinvolta
anche me; conoscete la leggenda di Apollo e Dafne?
Il
mito di Dafne ha come prologo l'uccisione da parte del dio Apollo del
serpente pitone. Fiero di sé il dio del Sole si vantò della sua
impresa con il dio dell'Amore Cupido, schernendolo per il fatto che le
sue armi, arco e frecce, non sembravano adatte a lui. Cupido, deciso a
vendicarsi, colpì il dio con una freccia d’oro, in grado di far
innamorare alla follia dei e mortali della prima persona su cui avesse
posato gli occhi dopo il colpo, e la ninfa Dafne, di cui Apollo si era
invaghito, con una freccia di piombo che faceva rifuggire l'amore. La
ninfa colpita dalla freccia di piombo appena vide Apollo cominciò a
fuggire. Apollo iniziò allora ad inseguirla, finché non giunse presso
il fiume Peneo, pregando la terra di aiutarla. Dafne si trasformò così
in un albero d’alloro. Il dio, ormai impotente, decise di rendere
questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra e a
rappresentare un segno di gloria da porre sul capo dei migliori fra gli
uomini, capaci d'imprese esaltanti.
In realtà la ninfa
in questione era un semplice essere umano, una donna talmente bella da
essere considerata una ninfa. Io e Dafne eravamo amiche, quasi sorelle,
ma per una maligna sorte, la sua avvenenza fu notata dal più egoista
degli Dei, Apollo, aveva poteri incendiari che i greci collegavano al
Sole; egli era ossessionato da Dafne, non desiderava altro che farla
sua. Stanca di questa persecuzione Dafne venne ad implorare il mio
aiuto, inizialmente non le prestai ascolto, non credevo che Apollo
potesse diventare pericoloso, ma un giorno lui le tese un agguato nella
foresta, tentò di violentarla…non dimenticherò mai le sue grida
nella mia testa, le nostre menti erano collegate, all’epoca non
riuscivo ancora a controllare la mia telepatia dunque creavo,
involontariamente, un legame psichico con tutte le persone con cui
instauravo un forte legame emotivo; la raggiunsi e la vidi intenta a
difendersi da quel mostro… feci ciò che andava fatto…usai i miei
poteri per tramutare Daphne in un albero. Daphne mi fu grata, fu questo
l’ultimo pensiero che trasmise alla mia mente prima di perdere per
sempre le sue facoltà di essere umano.
Con il passare dei
secoli la verità è stata distorta, il racconto della triste sorte di
Dafne fu ridotto ad una leggenda, ma io non dimenticherò mai ciò che
le è successo, perché fu allora che lasciai l’olimpo, gli uomini
erano stati corrotti dal potere, l’essersi proclamati Dei aveva mutato
il loro animo, credevano di poter fare ciò che volevano, e Dafne né è
la prova.
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Dea Aysel |
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