La
Metà
Oscura.
Dopo la morte di
Angel sentivo di non avere più motivo di esistere, tentai più volte di
togliermi la vita, ma invano…niente poteva nulla contro il mio potere
rigenerante, se mi tagliavo un arto quello ricresceva, se tentavo di
dissanguarmi i tagli si rimarginavano…fu in quel periodo, quando ero
perseguitata dal mio desiderio di morte, che mi accorsi di provare
piacere per il dolore, quelle ferite mi facevano quasi dimenticare
quella che mi portavo dentro…il dolore fisico mi aiutava a sopportare
meglio quello interiore.
Spaventata da questo
nuovo aspetto della mia anima mi rifugiai in uno dei luoghi più
desolati del mio mondo…
La Transilvania.
Me ne stavo rintanata
in una foresta dove nessuno aveva il coraggio di addentrarsi, rimasi lì
per molto tempo evitando qualsiasi contatto umano…fino a che un giorno
non vidi ciò che la foresta nascondeva…alla fine di essa si trovava
un maestoso castello, una delle più belle costruzioni che avessi mai
visto. Nei maestosi giardini vidi un uomo che se ne stava seduto a
godersi il chiaro di luna, rimasi nascosta tra gli alberi, ma lui si
accorse comunque della mia presenza. Lo vidi sparire, e sobbalzai quando
riapparve alle mie spalle. Aveva un bel volto con due splendidi occhi
neri come la pece, ma il suo incarnato era pallido come quello di un
morto, ed i capelli lunghi e neri non contribuivano a rendere il suo
aspetto meno inquietante…eppure mi sentivo inspiegabilmente attratta
da lui.
Mi invitò ad entrare
nel suo castello e si presentò come il conte Vladimir Draculian…
Mi offrì una stanza
per la notte, erano anni ormai che non riuscivo a dormire, in sogno
vedevo Angel che mi tendeva la mano, ma quando tentavo di afferrarla
un’ombra mi afferrava e mi allontanava da lui, accadde anche quella
notte, mi svegliai di soprassalto, come sempre, ma questa volta accanto
a me vidi un’ombra, era un uomo alto e magro dalla figura elegante,
era il conte…si avvicino a me fissando i suoi occhi nei miei…mi
sentivo così impotente, mi accarezzò il collo…io non riuscivo a
muovermi…mi inclinò la testa in un lato e mi morse…sentì il sangue
passare dal suo corpo al mio, era una sensazione terribile, un misto tra
paura ed eccitazione…da un lato volevo che smettesse, dall’altro che
continuasse… ad un tratto si fermò ad osservarmi ed esclamò stupito
“ io non capisco! A questo punto dovresti essere morta!” lo guardai
per un lungo istante, i nostri volti erano così vicini che avrei
sentito il suo respiro sul collo, se solo lui avesse potuto
respirare…quella era la prima volta che vedevo un vampiro…gli presi
il volto tra le mie mani e poi…mi chinai a mordergli il collo…bevvi
il suo sangue…se bevi il sangue di un vampiro dopo che lui ha bevuto
il tuo diventi un vampiro a tua volta…iniziarono a spuntarmi i
canini…sentivo la sete di sangue…ma un attimo dopo era sparita…il
mio potere mi aveva guarita dal vampirismo.
Io ed il conte
iniziammo una sordida relazione, ogni notte venivo vampirizzata per
pochi istanti, la sete di sangue era eccitante, continuavamo a morderci
a vicende mentre facevamo sesso, i nostri corpi sporchi di sangue che
usciva dalle ferite che infliggevamo l’uno all’altra, ma il mio
corpo rimaneva intatto, le mie ferite si rimarginavano lasciando solo il
forte odore di sangue che veniva bevuto da entrambi…non so se io sia
mai arrivata ad amarlo, certo il nostro rapporto ci aveva unito ad un
livello che nessuna coppia aveva mai raggiunto, eravamo andati al di là
sei sentimenti, avevamo un legame di sangue.
Non so quanto tempo
rimasi con lui, ma ricordo perfettamente la notte in cui la nostra
relazione finì…Ogni notte il conte lasciava il castello per delle
ore, io lo aspettavo impaziente di essere nuovamente la sua
concubina…quella notte portò qualcosa con se, o meglio…qualcuno.
Dalla camera da letto
sentivo urla strazianti, scesi nel salone per vedere cosa stesse
succedendo; vidi il conte chino su di un neonato che continuava a
singhiozzare, quasi come se sapesse la sorte che gli era toccata,
Vladimir si voltò verso di me, aveva un sorriso diabolico sul volto,
tese il bambino verso di me quasi come se volesse chiedermi di favorire,
mi avvicinai, fissai i miei occhi in quelli della piccola creatura che
ora aveva smesso di piangere…se ne stava lì a fissarmi come se si
aspettasse qualcosa da me, alzai lo sguardo verso il conte, gli sorrisi!
Guardai la candela che tenevo tra le mani, la trasformai in legno, vidi
l’orrore sul volto di Draculian mentre la candela assumeva la forma di
un paletto…non gli diedi il tempo di scappare…gli conficcai il
paletto nel cuore…afferrai il bambino prima che divenissi polvere, in
un attimo eravamo ricoperti da quello che una volta era il conte
Draculian…poi la polvere sparì così com’era apparsa ed io rimasi
sola…con un bambino.
Aysel
e Draculian
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