- IL DIARIO DI AYSEL -

( Ex schiava del mondo alternativo)

 

L’Isola delle Sirene  

 

Ormai il mio animo era corrotto, avevo distrutto una città, torturato i suoi abitanti conducendoli ad una morte orrenda, nel mondo non c’era più posto per me… L’oceano mi aveva sempre attratta, con i suoi misteri, le sue ricchezze, così decisi di plasmare il mio corpo in modo da poter sopravvivere sott’acqua…resi i miei polmoni in grado di respirare sul fondale marino e per aiutarmi a muovermi con più facilità tramutai le mie gambe in una coda di pesce…Assurdo! Penserete, eppure è così, mi ero tramutata in una sirena. Purtroppo per quanto grande il mio potere fosse non potevo mantenere la mia trasformazione in eterno, perciò dovetti creare un luogo in cui poter riposare per recuperare le forze…Rantay.  Con il mio potere prelevai della terra dal fondale marino e la tramutai in qualcosa di straordinario, un vero paradiso terrestre pieno di vegetazione, di frutti sconosciuti creati appositamente da me. Lì credetti nuovamente di poter essere felice…ma non si può essere felici quando si è costretti a convivere con ricordi come i miei come unica compagnia. Filippo una volta mi aveva narrato che il suo Dio aveva creato l’uomo dalla terra…Decisi di fare lo stesso.  Così creai Virbin…la mia creatura era in tutto simile ad un essere umano,parlava, camminava, respirava…ma io non ero Dio, la mia creatura, per quanto perfetta potesse sembrare, mancava della cosa più importante…l’Anima. Ciononostante mi teneva compagnia, lei era come una parte di me, non so esattamente come funzionasse ma era come se una parte della mia anima si fosse trasferita in lei donandole la vita. Virbin aveva l’aspetto di una donna di mezza età, con lunghi capelli castani striati di bianco raccolti in una crocchia, un sorriso gentile ed occhi dolci e comprensivi, ogni volta che la guardavo mi sembrava di conoscerla, come se avessi raccolto la sua immagine dalla mia mente, come un ricordo lontano rimosso dal tempo.  Virbin si prendeva cura di me come un automa programmato per servirmi, ma ciononostante mi affezionai a lei, era bello avere qualcuno con cui parlare, anche se era guidata dal mio inconscio.  Nuotando tra le acque diedi origine a numerose leggende, naturalmente non sono tutte opera mia, credo infatti che le sirene siano realmente esistite, io facevo parte di quelle che portavano in salvo i marinai per poi sparire nel nulla, probabilmente era un modo per espiare la mia colpa. A Rantay fui felice per un po’, ma per quanto volessi convincermi del contrario la verità è che ero sola…sola in compagnia di me stessa.Molte volte ero stata sull’orlo della pazzia ma mai come allora, sapevo quanto la mia follia potesse essere distruttrice, così decisi di abbandonare Rantay per tornare nel mondo reale.  

Rantay

Aysel sirena

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