- IL DIARIO DI CHRISTEL -

 

 

 

L’alba ti ha portato via...

 


10 anni...
Fu allora che cominciai a capire il significato delle tue costanti parole:
“Nella vita dovrai sempre contare sulle tue sole forze,qualcuno di cui ti fidi prima o poi cercherà di farti cadere giù,ma tu dovrai sempre rialzarti...SEMPRE...”


Quel fresco mattino d’inverno mi alzai presto,volevo veder sorgere il sole,mia madre era già pimpante a quell’ora e cominciava a fare le pulizie per tutta la nostra grande casa...
A lei però non piaceva la mia libertà...per questo me la negava sempre,ed io le disobbedivo comunque.
Mio padre era rimasto fuori dalla sera precedente,dicendo a mia madre che sarebbe andato a cacciare,ma in realtà io sapevo che cosi non era,sapevo che sarebbe sicuramente andato all’avventura,tra templi misteriosi e posti infiniti,come era solito fare.

Cosi finalmente uscii,senza il consenso di mia madre,correndo veloce come una saetta,mi diressi verso la spiaggia e mi sedetti sulla fresca e soffice sabbia mattutina,avvicinai le gambe al petto e le strinsi a me con le braccia.
Mentre guardavo lo smistarsi delle onde e le sentivo scivolare dolcemente sui miei piedi nudi,sentii qualcosa di solido scagliarsi contro di me,accompagnato da un’onda.
Ero impossibilitata a credere a ciò che vedevo davanti ai miei occhi,non riuscivo a muovermi,respiravo affannosamente,mio padre Alfred Müller era lì...steso davanti a me,con dei segni profondi sul corpo che lasciavano pensare a un accoltellamento.

Una voce mi fece sbloccare all’improvviso,dalla fredda morsa in cui ero avvolta...
“Figlia mia,quello che spettava di mandare a termine a me,lo lascio nelle tue mani...”
Dopo quelle parole,lasciai la presa dalle mie gambe e mi inginocchiai dinnanzi a quel corpo,sollevando la parte superiore con le mie braccia guardandolo dritto negli occhi,che pian piano si stavano richiudendo.
Io riuscì a dirgli solo questo:
“Puoi fidarti di me ciecamente...padre,non deluderò mai l’unico uomo che io abbia mai amato...”

Le sue ultime parole furono queste:
“Le carte...prendi le carte...lì troverai ogni risposta ad ogni tua domanda...e lasciami dirti l’ultima cosa...NON ABBANDONARE MAI TUA MADRE...”

Fu cosi che chiuse definitivamente gli occhi,sentivo il suo corpo farsi sempre più leggero e freddo,sempre più freddo.
Lo riadagiai sulla sabbia e lo presi tra le mie braccia sollevandolo;per chi avesse visto quella scena,sarebbe potuto sembrare tutto molto strano,una bambina di soli dieci anni che trasportava un uomo di quarant’anni e più,con le sue sole forze,ma per me non lo era affatto.
Quando era in vita mi aveva fatto esercitare col trasporto di pesi e in molte altre attività,legate quasi tutte all’autodifesa.

Ora non starò qui a raccontarvi tutto dettagliatamente,fatto sta che lo portai lontano,lontano da lì,lontano dal posto in cui io vidi per la prima volta la luce e non sarebbe stato bello lasciarlo lì,dove tutto era Cominciato.

Cosa ne feci del suo corpo?Quale fu la reazione di mia madre?
Presto avrete una risposta...cosi come diceva lui:Ad ogni domanda vi è sempre una valida risposta...

 

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