UN BAMBINO CATTIVO
A
volte mi domando perche' il mondo deva sempre spettegolare o farsi
i ca**i degli altri come se fossero cose di cui assolutamente
interessarsi..Questo lo penso ora, ma lo pensavo anche in tenera
eta' quando la gente credeva che undici anni fossero insufficienti per
riuscir a far capire ad un bambino della mia eta' ogni cosa....E per
ogni cosa intendo di capire le dicerie e tutte le opinioni che la
gente sembrava essersi fatta su di me per colpa di quella ca**o di
famiglia che mi ritrovavo....Mia madre e mio padre erano separati
sotto lo stesso tetto, ma si portavano in casa sempre gente
diversa come se l'appartamento fosse diventato un bordello o una
casa di appuntamenti. Gente che andava, gente che usciva....Ricordo le
facce e le voci della gente quando uscivo dal portone...Sguardi fugaci
e repentini come se stessero parlando di me per poi fingere
di parlare di altro..Ma parecchie volte riuscii a capire quello
che si stavano dicendo.....Come una volta...
"Guarda,
quello e' il figlio dei Carter....Povero bambino con quella
famiglia che si ritrova..."
Questa
era una delle voci....Altre invece : " Ehi, guarda li'!
Quello ha una madre che se la fa con il mio vicino di casa! "
Pugnalate
che mi si conficcavano nell'anima peggio di lame vere....Sentivo
queste frasi, e ogni volta andavo avanti cercando di ignorare ogni
cosa... Aumentavo il passo abbassando lo sguardo come se quelle voci
fossero riuscite a far sentire in colpa me per quello che era mia madre
e per quello che faceva....Per non parlare del parroco del rione...Padre
Raphael..Mi vedeva passare ogni mattina quando uscivo di casa per andare
a scuola...Lui se ne stava in piedi all'ingresso della chiesa come se
stesse attento a non farsi sfuggire un sorriso ogni volta che
sopraggiungevo....Era come se sapesse tutto di me senza essere
mai entrato in casa mia... Una volta mi venne incontro dicendomi
che stava organizzando una festa rionale per tutti i bambini
invitandomi all'evento.
"Perche'
non vieni, Donald? Porti anche tuo fratello....mi farebbe piacere...e
faresti amicizia con altri bambini"
Ecco
le sue parole pronunciate con lo stesso tono di chi sta cercando di
portarmi sulla via del calore umano...Ma quella volta non sapevo nemmeno
che cosa fosse quell'emozione...Calore umano? Amicizia? Che ca**o era?
Mi limitai a dire che non mi piacevano le feste e proseguii dritto per
la mia strada con lo sguardo deluso del parroco.Nemmeno le lezioni
di religione a scuola riuscirono a farmi uscire da quel cerchio vizioso
che si era creato intorno a me e che non mi permetteva di vedere
tutte le cose positive che sembravano essere quasi come il fulcro che
manda avanti il mondo...Amicizia, fratellanza, amore... ca**ate ! Non
esistevano tutte quelle cose!
"Donald,
se un tuo amico ti fa un torto, lo perdoni o che cosa fai?"
Ecco
una delle domande che l' insegnante di religione mi faceva durante l'ora..
"
Lo riempio di botte e se solo prova a rifarmelo lo faccio andare
nell'ospedale vicino casa mia "
Ecco
la mia risposta intrisa del piu' profondo significato di amore
umanitario...Ricordo lo sguardo di lei....rassegnato e
sconsolato...Credo che gia' si fosse fatta un'idea della mia situazione
e del mio modo di fare ,ma quel giorno sembrava abbattuta come se avesse
perso definitivamente una battaglia....e io ne ero il vincitore....Col
passare del tempo le cose non migliorarono anzi peggiorarono. Le dicerie
sul conto di mia madre iniziarono a divulgarsi in tempi sempre piu'
veloci....
"La
madre di Carter se la fa con tutti....Carter! Ecco Carter! Fate finta di
niente!"
Le
simpatiche voci di un gruppo di ragazzini piu' grandi
di me, ma coglio*i a tal punto da abbassare lo sguardo non appena
mi avvicinavo passando di li....
Non
si puo' dire che non passassi inosservato nella mia infanzia e
soprattutto additato come il piu' grande criminale del
rione....Per non parlare di quando decisi di farmi il buco
all'orecchio...Non dovetti nemmeno nasconderlo ai miei perche' quando
dissi che volevo farmi un buco, mia madre stranamente non me lo
nego' e mi porto' da un suo fidato amico orefice....Sicuramente un piu'
che amico visto che non le fece nemmeno pagare nulla per il
servizio...Uscii dall'oreficeria con un orecchino all'orecchio a undici
anni, forse pagato al prezzo di una notte a luci rosse fra mia
madre e quel gioiellere....Ma tanto che cosa mi importava....Non la
sentivo come madre, e forse non ero mai riuscito a sentirla
come tale......Forse perche' per colpa sua e per colpa di mio padre io
ormai ero diventato il bambino cattivo del rione....
"Carter
si e' fatto il buco all'orecchio, guarda!"
Una
delle esclamazioni dette con una faccia e un tono quasi allibito...Era
un ca**o di buco all'orecchio, non avevo ucciso nessuno, eppure mi
additavano come se ora piu' che mai fossi diventato
veramente il piu' cattivo bambino del rione....Un
rione che ormai iniziava a diventarmi stretto....e doloroso....
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