Cap2.
Nacqui nel 27 Giugno del 1979, mia madre mi
considerava una bambina molto vispa, piena di voglia di fare.
A quanto pare già nella tenera età mi divertivo a
smontare e rimontare i miei giocattoli, mio padre lo considerava un
prodigio, mia madre una disgrazia!
Quando iniziai ad andare all’asilo ero sempre
sola in un angolo dell’aula a fare e rifare un maledettissimo puzzle
che mi era stato regalato da mia madre per il mio quarto compleanno,
deve essere da qualche parte in casa, uno di questi giorni mi sono
ripromessa di cercarlo!
Oltre a fare e rifare puzzle all’asilo giocavo
sempre con un bambino, era biondino, occhi azzurri, me lo ricordo ancora
perfettamente! Si Chiamava Robert e aveva la mia età, eravamo
inseparabili e giocavamo sempre insieme, diciamo che i giochi più
pericolosi li proponevamo sempre noi (tipo arrampicarsi sullo scivolo o
“ammazza le lucertole”...dipendeva dai giorni) e senza dubbio
eravamo la disperazione della maestra.
Ma l’ultimo giorno di asilo arrivò e per me e
Robert era giunto il momento dei saluti, ricordo ancora che mi misi a
piangere come se mi fosse morto il cane e lui mi diede un bacio sulla
guancia, da quel momento non piansi più.
Una bambina monella ma “romantica”, mi si
poteva definire così...
Finito l’asilo iniziai ad andare a scuola, e
anche li feci subito amicizia con un gruppetto di bambini (diciamo che
le femmine erano fin troppo tranquille per i miei gusti), quando mostrai
a mia madre i miei nuovi amici lei disse :”Mia figlia diventerà una
teppista a furia di stare con i maschi! Marika per l’amor del cielo
fai amicizia anche con qualche femminuccia! C’è la figlia della
signora Scott che è un amore! Oggi devo giusto andare da lei, così fai
amicizia!”
E mia madre lo fece veramente, andammo a casa della
signora Marie Scott, una signora ben distinta amante del lusso.
La sua casa era veramente enorme, piena di cose
eleganti e raffinate.
Marie ci accolse in salotto, io me ne stavo seduta
sul divano giocherellando col le stringhe delle scarpe che avevo appena
imparato ad allacciare, quando una bambina con una vestina rosa e
capelli rossi si presentò.
“Marika! Ti presento mia figlia Annie, da brava
Annie saluta la tua nuova amica!”
“Ciao Marika!! Vuoi venire a giocare con me?”
Rimasi un po’ perplessa, a guardarla bene
sembrava l’esatto mio opposto.
Senza dire nulla mi alzai dal divano e la segui.
La cameretta di Annie era molto grande, piena zeppa
di bambole e di giochi, le pareti erano tinteggiate di rosa pallido e al
centro della stanza c’era un letto a baldacchino.
Annie mi invitò ad avvicinarmi a una specie di
casa per le bambole, non avevo mai giocato con una casa per bambole in
vita mia.
“Tu chi scegli di fare?”
“Non lo so...” Risposi a Annie
“Allora tu prendi questa!! Io faccio la figlia”
Mi porse una bambola con una gonnellina di jeans e
i capelli lunghi neri.
“Ha i capelli neri come i tuoi!!”
Annie continuava a sorridermi e a malavoglia giocai
con lei con le bambole.
Dopo due ore di bambole tornai a casa.
“Allora Annie è simpatica?”
Chiese mia madre.
“Si...Ma non mi piacciono le bambole!!”
Risposi io come se fossi annoiata.
“Bè Marika un conto che non ti piacciano le sue
bambole, ma lei mi è sembrata molto educata nei tuoi confronti...”
Il giorno dopo a scuola quando arrivai salutai
tutti i miei amici e tanto per gentilezza andai anche a salutare Annie.
Mi avvicinai e la salutai, lei era con tutte le sue
amichette del club delle bambole.
Appena rivolsi la parola ad Annie si scateno una
leggera risata tra le bambine...
“Mi prendono in giro?”
Pensai...
“Ciao Marika!! Cosa c’è? Perché non vai dai
tuoi amici? Tu sei amica solo dei maschi!!”
A sentire quella parole capì che fino a ieri mi
aveva presa in giro...
“Marika il
maschiaccio!! “
E ridevano....
E io? Che feci? Mi misi a piangere? Lo dissi alla
maestra?
Le ignorai. Era l’unica cosa che mi sentivo di
fare, mi allontanai da loro e mi riavvicinai ami miei amici.
Entrai in classe, quel giorno c’era la verifica
di matematica.
Feci la mia verifica in poco tempo, ero brava a
scuola e le maestre erano molto contente dei miei risultati.
Appena mi alzai per consegnare il mio compito,
rieccole all’attacco.
“ A Marika non piacciono le bambole, si crede un
maschio! Lei è un maschio!”
Risata generale della classe.
La maestra riprese Annie e chiese il silenzio per
quelli che dovevano ancora finire il compito.
Ma non finiva qui, ero (e sono tuttora ) una tipa
molto vendicativa...
Appena Annie si alzò dal banco per consegnare il
suo compito, sporsi la gamba fuori dal banco, Annie non la vide e
inciampò nella mia gamba cadendo a terra.
Mentre io sorridevo soddisfatta e i miei amici
ridevano come pazzi, tutte le amichette sfigate di Annie accorsero e la
maestra si arrabbiò un casino con me.
Mi mise una nota, la mia prima e unica nota in vita
mia.
I miei genitori appena la lessero, si infuriarono
con me, cercai di raccontare cosa mi avevano detto ma ovviamente mia
madre diede ragione alla maestra.
Non osai mai più salutare quella mocciosa!!
Ora Annie la vedo ancora in giro, è conciata
peggio di Paris Hilton, i genitori le concedono tutto e lei sembra una
diva uscita da un film...
Non è il genere di amica per me...
Per il resto le elementari furono positive, con i
miei amici mi divertivo e la scuola andava a gonfie vele, mi impegnavo
molto e i miei genitori all’inizio del secondo anno di scuola mi
regalarono un oggetto che per me ora costituisce una passione che mai e
poi mai si spegnerà, un computer.
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