Cap.21
Aprile
non ti scoprire, dice un detto. Il tempo era mite, stranamente tiepido,
la primavera stava arrivando, faceva venir voglia di estate e di vacanze
anche se era ancora presto...
Finalmente
Mike ci aveva concesso per grazia divina un giorno libero, ne avevo
proprio bisogno! Il lavoro era bello. Ma c’è un momento in cui ti
senti veramente stanca e vuoi staccare tutto, anche solo per un giorno.
Mi
svegliai tardi e rimasi a rilassarmi e ascoltare musica quasi tutta la
mattina, Zip stava smanettando con il suo portatile....D’un tratto mi
disse:
“Ah
Marika, oggi dobbiamo
andare dal commercialista per firmare quelle carte! Ti ricordavi
vero?”
Porcaccia
me ne ero completamente dimenticata!
“Ah
Emn...Si...Certo.....”
“Te
ne eri dimenticata di la verità?? Porcaccia! Se non ci sono io qui a
ricordarti le cose per te potrebbe crollare il mondo!!”
Disse
sbuffando alla fine....
“Prego?!
Ti ricordo che se l’altro giorno non ti dicevo che era il compleanno
di Jasmine tu te ne dimenticavi! Sei tu lo zuccone di turno che
dimentica le cose! Di certo il compleanno della sorella è più
importante del commercialista!”
Che
nervi quando vuole fare il sapientone! Lui si limitò a non rispondere e
a fissarmi con un’aria nervosissima, feci altrettanto...
Chiuse
il portatile con un gesto secco...Non parlammo per tutta la mattinata.
Dopo
il pranzo (senza rivolgerci la parola, naturalmente) salimmo in machina
diretti verso il commercialista.
Viaggio
silenzioso, solo la radio parlava, trasmettevano “Cry Me A River” di
Justin Timberlake, bella, ma abbastanza malinconica, non aiutava certo
la situazione che si era creata, ma cacchio! Perché deve sempre averla
vinta lui??
Arrivammo
davanti a un palazzo altissimo tipico delle grandi città, pieno zeppo
di finestre e uffici..
Entrammo
e Zip premette il pulsante per chiamare l’ascensore, arrivò dopo
qualche istante, scesero alcuni impiegati e signori in giacca e cravatta
con delle valigette di pelle, i classici signori ricchi sfondati con una
vita sempre uguale e noiosa, i classici impiegati dalle 9 di mattina
alle 7 di sera tutto il giorno seduti su una sedia davanti a un computer
o a controllare documenti su documenti.
Quando
incroci lo sguardo delle persone che ti stanno intorno per me è
impossibile non pensarci, cosa hanno vissuto, cosa stanno vivendo, le
loro emozioni, cosa li aspetta una volta a casa, una famiglia, dei
figli, la solitudine...
Direte
che sono noiosa e paranoica mentre leggerete queste parole, in effetti
è vero, ma fa parte di me interessarsi delle persone altrui e
immedesimarmi qualche istante nelle sensazioni degli altri...
Ma
ora basta fare discorsi filosofici!!
Ora dobbiamo entrare in un ascensore!
Una
volta saliti, Zip premette il tasto del piano dove eravamo diretti, mi
appoggiai sportivamente alla parete dell’ascensore, Zip fece
altrettanto sulla parete opposta a quella dove mi ero appoggiata io.
Seguirono
alcuni istanti di silenzio, alzai lo sguardo su di lui un secondo, il
suo invece era fisso a terra, quindi mi misi a fissare lo specchio che
c’era nella parete affianco alla mia, fissai l’immagine riflessa,
che patetici.
Mi
sembrava di essere rinchiusa in una scatola con qualcuno che ci
osservava, ma in realtà non c’era nessuno, oltre a noi due.
Incrociai
le braccia, volevo dire qualcosa per rompere quel dannato silenzio, ma
cosa dire? Lo odiavo quel silenzio...
Un
rumore strano, l’ascensore fece come un “salto”...Poi di nuovo il
silenzio...Emn...Eravamo bloccati...
Zip
scambiò un’occhiata allarmata con me, quindi premette il tasto
d’emergenza sull’ascensore...
“Porcaccia
siamo bloccati!!”
Esclamò,
era la prima volta che rimanevo bloccata in ascensore, un piccolo senso
di “paura” si impadronii di me, fissai il soffitto dell’ascensore
istintivamente con aria preoccupata...
“Hey
andrà tutto bene...Stai tranquilla...”
Era
incredibile come Zip capiva subito ciò che provavo solamente
guardandomi, ed era incredibile che mi dicesse ciò nonostante fosse
arrabbiato con me.
“Si
certo...”
Sforzai
un sorriso.
“Dobbiamo
soltanto aspettare.....Qualcuno verrà a tirarci fuori, oppure magari
rimette a funzionare per conto suo...”
Mi
riappoggiai alla parete dell’ascensore passando una mano fra i capelli
in un gesto nervoso....Lui si rimise al “suo posto”.
Mentre
scriveva un messaggio con il cellulare, stranamente mi misi a
fissarlo...
Era
in un certo senso bello vederlo così, senza dire nulla, poter
commentare in silenzio le sue espressioni, il suo modo di fare, Dio, mi
piaceva da impazzire! Sportivo, allegro, sempre sorridente, era capace
di farti sorridere sempre, scherzoso, non troppo portato per le
sdolcinerie, protettivo....Passionale....Era la prima volta che mi era
concesso questo lusso, fissarlo e commentarlo....Misi le mani in tasca e
distolsi lo sguardo mettendomi a fissare nuovamente lo specchio, mi
sorse quasi spontaneo dire qualcosa.
“Senti
Zip...Mi dispiace....”
Rialzai
lo sguardo e vidi lui ascoltarmi, mi sorrise.
“Scusami
anche tu....”
Gli
sorrisi e lui si avvicinò a me per baciarmi, mi abbraccio passandomi
una mano sulla schiena con fare rassicurante,
mi scostai un istante per guardarlo negli occhi, gli sorrisi.
“Sai
che siamo patetici a volte? Ne sei consapevole?”
“Ne
sono consapevole, si...”
Disse
con un’altro sorriso, ci fissammo per altri istanti, si avvicinò
nuovamente alla mie labbra, ma stavolta con un bacio intenso...Via via
sempre più passionale....E dopo qualche istante si trasformò in
qualcosa di...di...PORCA ZOZZA!
Cribbio!!!
Non era ne il momento, ne il luogo più adatto per lasciarsi andare in
certe cose! Ma a volte l’istinto è più forte delle tue reali
intenzioni...
E
dire che qualche minuto priva stavamo litigando e non potevamo guardarci
in faccia...Ora altro che guardarci! Non esagero dicendo che ho passato
il quarto d’ora più esplosivo della mia vita!!
Peccato
che tutto fu interrotto dal rumore dell’ascensore che si rimise a
funzionare....Lanciai un’occhiata al pannello dei tasti
dell’ascensore...Stava scendendo invece che salire!!
“Zip...Ma
è normale che sta scendendo di nuovo?”
Si
voltò anche lui.
“No
non è normale! Sarà meglio...Emn...Calmarci....”
Disse
allontanandosi da me, io gli restituii la maglia mentre scoppiai a
ridere, la afferrò annuendo negativamente con la testa in un gesto
ironico.
Mentre
la lucetta illuminava il pulsante del secondo piano, con un gesto mi
sistemò i capelli, mi sorrise...Poi arrivammo nuovamente al piano
terra, scendemmo dall’ascensore appena in tempo per farci travolgere
dall’ondata di gente che ci stava salendo. Ci ritrovammo nuovamente
nella hall del palazzo.
“Saliamo
a piedi?”
Dissi
allegramente.
“Ma
tu sei pazza!! E’ al 7° piano!”
“Eh
bè! Facciamo un po’ di allenamento! Su chi arriva ultimo paga da bere
stasera!!”
Dissi
mentre mi avvicinavo rapidamente alla scale...Arrivammo insieme però...Che
ingiustizia!! In effetti 7 piani a piedi furono un tantino faticosi!
Firmammo quello che dovevamo firmare e scendemmo in ascensore....Ma
stavolta c’era gente con noi...Peccato!
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