Cap.26
Nonostante la stanchezza e le nausee, avevo deciso di
continuare la mia vita di sempre.Michael e Susan ovviamente mi stavano
sempre accanto, mi lasciavano il meno possibile sola e mi davano una
mano anche con le faccende di casa, erano davvero gentili, non so cosa
avrei fatto senza di loro in quel periodo.Dopo qualche settimana Michael
si fermo a casa mia per cena, come quasi tutte le sere, e a tavola
iniziò a parlare con un espressione seria.
“Marika, senti, è passato più di un mese e mezzo da
quando…Insomma…Zip se ne andato e tu hai scoperto di aspettare un figlio
da lui, non credi che sia il caso di…”
Lo fissai, sapevo quello che stava per dire. Nessuno aveva
più osato pronunciare il suo nome in mia presenza, forse per paura di
farmi stare male.
“Di dirglielo?”
Lo anticipai mentre mettevo le posate sul tavolo, soddisfatta
di aver finito la mia porzione di cena senza sentire nemmeno per una
volta la nausea.
“Esatto! Insomma, è suo figlio! Avrà il diritto di sapere!
Conoscendolo vedrai che sarà comprensivo e tornerà…”
Lo fissai seria anche io per un attimo.
“Si certo…Ascolta, l’ultima volta che ci siamo visti è stato
un disastro, tu credi che sentendo la storia del bambino tornerà super
comprensivo e si innamorerà di nuovo di me!? Scordatelo! Non mi ama più,
è finita! Come credi che crescerà un bambino vedendo i suoi genitori che
non possono nemmeno stare sotto lo stesso tetto? Non è fattibile.”
Mi alzai lentamente evitando di provocare un giramento di
testa, Michael mi guardava sbalordito.
“Non gli dirò proprio un bel niente”
Fu la mia risposta secca mentre prendevo i piatti e li posavo
nel lavandino.
“Tu…Sei completamente pazza!! Marika, Zip fra 7 mesi e mezzo
sarà padre e lui non lo saprà! Ti rendi conto di quale cattiveria stai
facendo? Neghi la possibilità ad un uomo di essere felice con un bel
bimbo in braccio e il diritto di essere padre! Come puoi dire una cosa
simile?”
Michael era fuori di se, e ne aveva tutte le ragioni, ma per
quanto le sue parole erano veritiere, la mia testardaggine era molto più
forte.
“No Michael! Io sto solo cercando di non complicargli la
vita! Cosa credi che succederà anche se glielo dico? Si sentirà in
colpa, tornerà qui e sarà costretto a vivere una vita che non gli
appartiene! Vivere con una ragazza che non ama più che le sta per dare
un figlio che magari manco voleva! Andiamo, gli sto facendo solo un
favore credimi!”
“Marika, ma che ca**o stai dicendo?! Suo figlio! Vostro
figlio! Come pensi di crescere un bambino da sola?! COME?!”
Rimasi in silenzio un istante.
“Ce la farò benissimo! Sarà forse un po’ difficile, ma ce la
farò! Credimi sento di amare già questo esserino e voglio dargli il
meglio, e ce la farò credimi, anche senza suo padre.”
Dissi serissima e convinta delle mie parole, non volevo
assolutamente costringere una persona a vivere una vita che non gli
apparteneva, probabilmente ora Zip si era fatto una nuova vita, forse
aveva già conosciuto un’altra ragazza.
“Ecco!! Vuoi che sai felice! Un bambino per essere felice ha
bisogno di una mamma e di un papà! Papà! Cosa che secondo la tua
testolina evidentemente non capisce! Spero soltanto che gli ormoni
della gravidanza non ti abbiano dato di volta il cervello! Anzi credo
proprio che stanno già dando i primi effetti di pazzia!”
Sbuffai, cocciuta come un mulo, lo fissai rabbiosa.
“Michael non c’è verso di farmi cambiare idea, smettila!
Convinciti dell’idea che io crescerò questo bambino da sola senza
l’aiuto di Zip! Non ho intenzione di complicargli nuovamente
l’esistenza!”
Michael mi fissò anche lui spazientito per qualche istante,
poi sbuffò anche lui.
“Fai come vuoi”
Si alzò dal tavolo, senza parlare mi aiutò a sistemare la
tavola e la cucina, finito ciò lo accompagnai alla porta.
“Non lo crescerai da sola”
Mi disse
“Io ti sarò sempre accanto, ti aiuterò a fare qualsiasi cosa,
ti accompagnerò alle visite e alle ecografie, andrò a prenderti
qualsiasi cosa da mangiare quando avrai le voglie”
Alzò lo sguardo su di me, serio. Io lo guardai con un
dolcezza, gli presi le mani fra le mie, continuai ad ascoltarlo.
“Quando nascerà e di notte non riuscirai a dormire perché
piangerà troppo io ti farò compagnia e ti aiuterò ad addormentarlo,
farò il giullare quando non vorrà mangiare la pappa, mi inventerò
qualsiasi cosa per farlo ridere”
Ero davvero felice e commossa, lo strinsi forte a me, lui mi
abbracciò.
“Ti voglio bene Michael”
“Anche io Marika, ma non so quanto riuscirò a resistere dal
non raccontare questa cosa al mio migliore amico, mi stai facendo fare
uno sforzo enorme”
Non risposi, so quanto era difficile, lo strinsi ancora più
forte, mi staccai e sorrisi.
“Buona notte Michael”
Si stacco, mi sorrise e entrò nella porta in fronte alla
mia.Mi sentivo esausta.Ovviamente per arrivare a queste conclusioni
avevo affrontato un mese e più di ragionamenti, avevo preso in mano il
telefono 2 o 3 volte con l’intenzione di chiamarlo e dirgli tutto, ma
non ce l’avevo fatta, ogni volta gettavo il telefono sul divano,
incapace di trovare il coraggio di dire tutta la verità. Andrai in bagno
a svestirmi, mi tolsi la camicetta.Mi fissai qualche istante nello
specchio del bagno, ero cambiata così tanto in quel periodo: ero più
magra, avevo due evidenti occhiaie sotto gli occhi e un leggero gonfiore
alla pancia era comparso.Mi misi di lato e osservai meglio quel
gonfiore, accarezzai la pancia, ma quel gesto speravo con tutto il cuore
che fosse percepito anche dall’esserino che stava crescendo dentro di
me.
“Hey, sappi che ti voglio già un bene dell’anima, sperò che
questi mesi passino in fretta, ho una gran voglia di tenerti fra le mie
braccia”
Sussurrai, sempre sperando che mi sentisse. In effetti mi
sentì un po’ cretina, risi tra me e me e mi preparai per andare a
dormire, mi misi a letto e mi appisolai quasi subito.Però prima di
addormentarmi pensai a quanto era stato forte e disponibile Michael, non
l’avevo mai visto così prima d’ora, si era rivelato di una dolcezza
infinita.E’ proprio vero che non si smette mai di scoprire, chissà,
forse anche Zip si sarebbe rivelato un buon padre e mi avrebbe aiutata
nonostante tutto.Chiusi gli occhi cercando di togliere con molta
difficoltà dalla testa quel pensiero.
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