Cap.28
Una volta
sistemata tutta quella valanga di vestiti, mia madre mi salutò e tornò a
casa, tempo di riordinare un attimo il salotto (sempre facendo
attenzione ad evitare qualsiasi movimento brusco) e Michael piombò in
casa.
“Marika! Sono
tornato da lavoro! Hai bisogno di qualcosa?”
“No grazie Mike!
Ma vieni a vedere!”
Michael arrivò in
camera spalancando gli occhi appena vide tutti quei vestitini appesi nel
guardaroba.
“Ma che…Da dove
arrivano tutti questi?!”
“Mia madre, la
solita esagerata, vuole una nipotina…”
Dissi ridendo.
Anche lui rise.
“Già me li vedo!
Tua madre e tuo padre che fanno i nonni! E tu invece? Non mi hai mai
detto cosa preferiresti!”
Rimasi in
silenzio un istante, fissando quella montagna di tutine e abitini
graziosi.
“Non saprei, è
indifferente”
Dissi sorridendo
a Michael, era la prima volta da un paio di mesi che stranamente mi
sentivo serena. Ma era tornata un’altra cosa che da mesi non sentivo
più: l’appetito.
Avevo fame come
non l’avevo ormai da 3 mesi, l’evento mi stranì, perché da quando ero
rimasta incinta avevo sempre nausee e poca voglia di mangiare, invece da
li a qualche giorno mi era tornato l’appetito.
“Sai Michael,
stasera ti va di fermarti a cena? Ho voglia di cucinare qualcosa di
speciale! Telefono anche a Susan!”
Michael mi guardò
con stupore, vedendomi finalmente di buon umore, corsi in salotto e
chiamai Susan.
Dopo un oretta
Susan arrivò a casa portando un vassoio di biscotti.
“Cos’era tutta
quella allegria al telefono?”
“Susan! A quanto
pare alla nostra mamma Marika è tornato l’appetito e la voglia di
cucinare qualcosa di più sostanzioso oltre a minestrine, brodini e
passati di verdura! Ma ciò che ha cucinato è un segreto! Non mi lascia
andare in cucina!”
Li sentivo
chiacchierare in salotto mentre io andavo e venivo tra fornelli, forno e
frigorifero preparando la cena.
“Ok c’è quasi
pronto! Venite!”
Michael e Susan
mi raggiunsero un cucina, l’espressione di “panico” nei loro occhi.
Avevo preparato
da mangiare per me, per il bambino, per loro due, e tutto il vicinato.
I due rimasero
sulla soglia della cucina impietriti, mentre io mettevo in tavola una
teglia di lasagne.
“Su dai sedetevi!
Si mangia!”
Susan fu la prima
a prendere parola.
“Ma, qui c’è da
mangiare per tre mesi! Non ti saranno venute le voglie?!”
In effetti avevo
cucinato tutte le cose di cui mi era venuta una voglia matta di mangiare
in quel momento: lasagne al forno, arrosto, torta di mele…
Tutto in quantità
abnormi.
“Eh…Si ma vedrete
che è tutto buono!”
“Non c’è dubbio
che non sia buono Marika!” – Disse Michael – “Ma qui c’è da mangiare per
un esercito!”
Susan e Michael
iniziarono a ridere come pazzi, io che mi ero già seduta al tavolo,
fissavo le mie “opere” con aria colpevole…E una gran voglia di
mangiarle!
“Dite quello che
volete, io mi mangio le lasagne!”
Dissi mentre mi
alzai per mettermi nel piatto una porzione di lasagne…
Una. Porzione.
“Ma
hai intenzione di recuperare i chili che hai perso in questi tre mesi?!
Aahahahah”
“Smettila! Ti
lamentavi sempre quando non mangiavo niente! Adesso che sto mangiando
lasciami in pace”
Dissi
minacciandolo scherzosamente con l’utensile da cucina che stavo usando
per servire la cena.
Dopo l’ennesima
risata generale, iniziammo a mangiare, mi sentivo così felice di
riuscire a mangiare tutto volentieri.
A fine cena
ovviamente erano avanzati i tre quarti delle cose che avevo cucinato.
“Era tutto
buonissimo! E sono contento che sei riuscita a mangiare volentieri e
senza malori!”
Anche io ero
contenta, mi alzai dal tavolo per sparecchiare e Susan prese parola.
“Ma sai, stavo
notando prima, che la tua pancia è notevolmente aumentata! Che bello!”
Era vero, la
pancia era aumentata di molto, si capiva chiaramente che aspettavo un
bambino.
“Visto?! E’ anche
grazie ai pranzetti squisiti che preparo! Anche lui cresce!”
“Si…In quantità
industriali…”
Il commento
ironico e pungente di Michael arrivò alle mie orecchie, mi voltai verso
di lui fissandolo con sguardo da killer.
“Non mi guardare
così! Se andrai avanti a mangiare come hai fatto stasera ti verrà un
fondoschiena largo così!”
Michael allargò
le mani per farsi capire meglio.
“E sarebbe un
vero peccato signorina Smith! Bisogna tenere la linea! Anche in
gravidanza!”
Il mio sguardo da
killer era peggiorato, lo minacciai un’altra volta con il forchettone da
cucina con il quale avevo servito l’arrosto.
“Come ti
permetti: Sciagurato!”
Azzardai uno
scatto verso di lui, ma come mi mossi rapidamente verso il mio migliore
amico che stava giocosamente scherzando con me, sentì un leggero
mancamento, le gambe cedettero per un istante, la mia testa si fece più
leggera e persi per un secondo i sensi.
“Marika!”
Michael si alzò
di scatto e riuscì a prendermi, Susan mi raggiunse.
“Sai bene?! Hai
avuto un calo di zuccheri?”
Fortunatamente mi
ripresi subito, era stato solo un piccolo capogiro.
“Può essere
Susan, comunque sto meglio, tranquilli”
Dissi mentre
Michael mi rimetteva in piedi. Mi accompagno al divano.
“Mettiamo a posto
noi la cucina, tu stai tranquilla li! E non ti muovere”
Esclamò super
apprensivo Michael, quindi mi immobilizzai sul divano, i miei sensi
erano tornati apposto, ma sentivo qualcosa di strano nella pancia, come
dei piccoli crampi che andavano e venivano ad intermittenza.
Che stai combinando li dentro?
Appoggiai le mani
sulla pancia, come per constatare cosa stesse succedendo, non era la
prima volta e pensando che si trattasse di una cosa normalissima, avevo
lasciato perdere.
Mentre stavo
seduta sul divano, presi il telecomando e accesi la TV, davano un film
d’azione, ma la mia solita fortuna fece capitare la pubblicità proprio
in quel momento.
<<Rendi più
gustoso il tuo latte caldo o freddo con Chocolate ABC!>>
Fissai lo spot in
cui ritraeva una famigliola a colazione tutta felice che si beveva il
latte al cioccolato.
Il latte al cioccolato.
Ma quanto è buono
il latte al cioccolato?! Insomma…Ne volevo una tazza e subito!
“Michaeeeeel”
“Che c’è
Marika?!”
“Guarda se nel
frigo c’è del latte e nella credenza accanto al frigor del cioccolato in
polvere”
Pausa di qualche
secondo.
“Si Marika!
Perché?!”
“Voglio latte e
cioccolato”
“Adesso?! Sono le
11 di sera! Ti rimarrà sullo stomaco! Lo sai che non digerisci il
latte!”
“Ma io ne ho
voglia adesso! Dai ti prego solo una tazza di latte al cioccolato poi
vado a dormire tranquilla!”
“Ma tutte stasera
ti devono venire le voglie?! Non ci sono state per 3 mesi e arrivano
tutte nello stesso momento?! Guarda che se poi non lo digerisci…”
Michael spuntò
dalla cucina con indosso un grembiule a mo di perfetta casalinga con in
mano la spugna per i piatti. Susan dietro di lui lo indicava ridendo
come una pazza.
Ovviamente
iniziai a ridere anche io, ridevo e lo indicavo come se fosse la persona
più buffa del mondo.
“Ma come ti sei
conciato!! Quello è il grembiule che mi ha dato mia madre!!”
“Sisi brava ridi,
intanto evito di bagnarmi completamente con l’acqua dei piatti, guarda
che se continui così puoi scordarti latte e cioccolato”
Di colpo diventai
seria, niente e nessuno avrebbe impedito quella voglia pazza di latte e
cioccolato.
“Voglio latte e
cioccolato” . Dissi serissima.
“Te lo preparo
subito io Marika”
Rispose Susan
gentilissima, dopo qualche minuto Susan arrivò con una tazza fumante di
latte e cioccolato. La terminai in meno di 2 minuti, quindi tutta
soddisfatta e molto lentamente mi alzai per riportare la tazza vuota in
cucina, dove Michael e Susan avevano appena finito di sistemare.
“Grazie ragazzi,
sentite, vi va domani sera di venire ancora qui? Ci mangiamo le lasagne
avanzate e l’arrosto…E la torta”
“Si, dovremmo
venire qui tutte le sere per almeno 2 settimane per finire gli avanzi
delle tue voglie!”
Disse l’ennesima
volta Michael per prendermi in giro, seguirono altre risate e ci avviamo
verso la porta, abbracciai Susan ringraziandola di cuore per la serata
passata insieme e poi salutai Michael.
Rimasi di nuovo
sola in casa, totalmente sola però non mi sentivo, perché avevo lui o
lei nella pancia che da qualche giorno si faceva sentire insistentemente
con quei crampi.
“Ma si può sapere
che hai?”
Ormai parlare con la mia pancia era
diventata una cosa normalissima, anche se, a dire la verità, mi sentivo
un po’ una sciocchina.
Indietro
|