- IL DIARIO DI MARIKA SMITH -

( Ex fidanzata di Zip)

 

Cap.29

Andai a letto cercando di prendere sonno, ci riuscì per qualche ora, ma mi svegliai verso le 4 per colpa di un rumore che proveniva da fuori.

Passai una mano fra i capelli puntando gli occhi fuori dalla finestra, probabilmente era stato qualche gatto, mi adagiai nuovamente sul materasso cercando di riprendere sonno, cosa che ovviamente, non riuscii a fare.

Stavo li con la mia testa in balia dei pensieri, su mio figlio, sui miei amici gentilissimi e disponibili, mia madre che non vedeva l’ora di occuparsi del nipotino, mio padre che voleva spedire qui Zip in qualunque modo, al gelato ai mirtilli.

Gelato ai mirtilli, ma cosa c’entra ora il gelato ai mirtilli?

Avete presente quando pensate a qualcosa da mangiare e si sente in bocca il sapore?

“Ho voglia di gelato ai mirtilli”

Esclamai nella solitudine della mia stanza, poi abbassai lo sguardo sulla mia pancia, poggiando delicatamente una mano.

“Anche tu hai voglia di gelato ai mirtilli, vero?”

Mi alzai lentamente dal letto accendendo la luce, mi diressi verso il congelatore alla ricerca del barattolo di gelato.

Non c’era, era finito.

E adesso come faccio?! Io ne ho voglia adesso!

Rimasi a fissare il congelatore qualche istante con delusione, ero convinta di avere ancora del gelato, evidentemente mi sbagliavo.

Presi in mano il telefono, chiamai l’unica persona che in quel momento (forse) poteva aiutarmi.

“Pronto?!”

Rispose un assonnatissimo Michael.

“Ciao, sono Marika, la tua vicina!”

“Marika!! E’ successo qualcosa? Stai male? Non hai digerito il latte al cioccolato!? Lo sapevo! Te l’avevo detto!”

“No no Michael sto benone, solo una cosa…”

Mentre parlavo al telefono passeggiavo avanti e indietro nel salotto.

“Che succede?”

“Hai..Insomma…Del gelato ai mirtilli?”

Silenzio. Michael iniziò a parlare dopo qualche secondo.

“Cioè, fammi capire, tu mi chiami alle 4 di notte per sapere se ho in casa del gelato ai mirtilli?!”

“Si!”

Esclamai convintissima di me stessa, le voglie sono una cosa tremenda. Altri istanti di silenzio da parte di Michael.

“Tu non sei normale! Ascolta..Se vuoi del gelato io ho un barattolo di gelato alla menta, o ti accontenti di questo, oppure ti arrangi, sono le 4 di notte e io devo dormire”

“Non lo voglio alla menta! Lo voglio ai mirtilli! Non mi sembrano la stessa cosa Michael! Non è che potresti fare una capatina al negozio aperto 24 ore?”

In men che non si dica avevo già aperto il portatile e ne avevo individuato uno, dall’altra parte di Londra.

“Tu SEI PAZZA! Se vuoi il gelato ai mirtilli, prendi la tua bella macchina e vai a prendertelo!”

“Ma Michael! Con che coraggio mandi una giovane ragazza incinta in giro per la città alle 4 di notte? Potrebbe essere pericoloso…”

Il mio tono di voce era fintamente innocente e colpevole, digitai ancora qualcosa con il portatile, tenendo il telefono incastrato tra la spalla e l’orecchio.

“Dai Michael, giuro che non ti chiederò più nient’altro! Fammi questo favore ti prego! Non vorrai che il bimbo nasca con una voglia (nb: intesa come “macchia di nascita” chiamata volgarmente “voglia”) enorme sul suo visino per colpa tua…”

Altri istanti di silenzio.

“Dammi l’indirizzo…”

Un sorrisone si delineo sul mio viso.

“Ma sappi, che questa è la prima è ultima volta! Non chiedermi più niente per i restanti 6 mesi di gravidanza!”

“Ti voglio bene!!”

Comunicai l’indirizzo a Michael e dopo qualche minuto sentii la sua auto uscire dal cortile della palazzina, dopo circa 15 minuti Michael suono al campanello. Andai ad aprire, trovai lui con una faccia assonnata che dondolava davanti ai miei occhi un sacchetto di plastica, contenente il mio tanto desiderato gelato ai mirtilli.

“Grazieeee”

Gli diedi un bacio sulla guancia, presi il sacchetto dalle sue mani e mi fiondai in cucina prendendo due cucchiai, spuntai dalla cucina indicando il divano a Michael con un cenno della testa, lui sorrise e scuotendo la testa venne a sedersi accanto a me sul divano.

Mi misi comoda, incrociando le gambe e piazzando il gelato tra me e lui, affondai il cucchiaio nel gelato e lo mangiai.

“Mmm che bontà!! Grazie a chiunque abbia inventato il gelato ai mirtilli”

“E a chi te l’è andato a comprare alle 4 di notte…”

Scoppiai a ridere avvolgendo le sue spalle con un braccio, anche lui iniziò a ridere e continuammo a mangiare il gelato chiacchierando allegramente, arrivammo a metà barattolo e pian piano il sonno si impadronì di me.

Mi svegliai il mattino dopo nel letto, probabilmente Michael mi aveva presa in braccio e mi aveva portata a letto.

Sapete, se non avessi avuto lui, Michael, probabilmente sarei crollata emotivamente e fisicamente molto prima di quando successe poi per davvero.

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