- IL DIARIO DI MARIKA SMITH -

( Ex fidanzata di Zip)

 

Cap.31

“Cosa ci fa lei qui? Possono entrare solo i parenti stretti!”
“Senta io sono quello che l’ha portata qui, sono il suo vicino di casa, quindi ditemi subito che cosa le è successo! E’ un ora che aspetto qui fuori!”
“Si calmi per favore”
“No io non mi calmo, ditemi cosa ha avuto!”
<<quindi sono in ospedale? Mi ci ha portata Michael? Ricordo solo di essere finita a terra e una fitta alla pancia, come sta il mio bambino?!>>
“La signorina Smith ha avuto un grave attacco di panico, era molto debole e dalle analisi del sangue risulta una carenza di ferro e minerali , la pressione sanguigna era molto bassa, ora stiamo facendo delle flebo per reintegrare le sostanze mancanti”
“Dannazione, e il bambino?”
<<si appunto come sta?>>
“Arriviamo anche a questo, c’è stata un emorragia, il feto non sembra essere correttamente attaccato all’utero, la signorina Smith le ha mai fatto notare di avere delle fitte o l’ha mai vista avere dei malori?”
“In effetti si, proprio in quest’ultimo periodo…”
<<che cacchio sta succedendo al mio bambino? Cosa vuol dire che non è attaccato correttamente all’utero? Se solo riuscissi ad aprire gli occhi e parlare con questo dottore!>>
“Ok…”
Pausa di silenzio del dottore.
“Ok cosa? Che succede?!”
Michael sembrava spazientito dal tono di voce che aveva, ma se avessi avuto la forza di svegliarmi in quel preciso momento sarei saltata addosso al medico per fargli un quarto grado, cosa mi stava capitando?
“Il padre del bambino? E’ stato contattato? Ci raggiungerà?”
Cristo, il padre non è qui, mi sentivo un vero schifo solo a pensarlo.
“No , non è qui, e non credo ci raggiungerà, Marika e il padre del bambino si sono lasciati quasi quattro mesi fa”
“Capisco…In questo caso si spiega tutto”
<<cosa si spiega? Cosa ne vuoi sapere tu?!>>
“La gravidanza è a rischio, nonostante la signorina Smith stia entrando nel quarto mese ha subito troppi stress fisici, e a quanto pare, emotivi”
Mi si raggelò il sangue nelle vene, e solo in quel momento mi trovavo a faccia a faccia con la realtà delle mie azioni, ero sola.
In quel momento avrei veramente desiderato che Zip fosse li con me, anche solo per darmi un conforto morale, invece io avevo rifiutato qualsiasi aiuto da parte sua che non sapeva neanche che tra cinque mesi sarebbe diventato padre. Ora si che mi sentivo davvero uno schifo.
“Ma come a rischio? Tranne qualche episodio è sempre stata bene, aveva ripreso a mangiare volentieri da un paio di settimane…”
“Purtroppo in alcuni casi succede, adesso le prescrivo degli integratori che dovrà prendere ogni giorno, oltre che ad un certificato di maternità che le permetta di stare a casa immediatamente. Non possiamo rischiare che si stressi ulteriormente sul lavoro. Ovviamente riposo totale, non deve fare un minimo sforzo, torno subito da lei con le ricette e il certificato.”
Appena senti i passi del dottore che se ne andava dalla stanza, ebbi la forza di riaprire gli occhi.
“Marika!”
Michael si chinò su di me baciandomi la fronte, io chiusi e riapri gli occhi per un paio di volte, stordita dalla luce della saletta in cui ero ricoverata.
“Michael, cosa mi è successo?”
“Stamattina ho suonato varie volte al campanello e non mi hai risposto, mi sono preoccupato e
ho preso le chiavi di scorta che mi avevi lasciato, quando sono entrato ti ho trovata a terra in cucina senza sensi, mi sono spaventato tantissimo, allora ti ho presa e portata al pronto soccorso..”
Mentre Michael raccontava come mi aveva trovata in cucina, le lacrime ricominciarono a scendere copiose.
“Ho sentito tutto…”
Dissi, portai una mano al ventre accarezzandolo come al solito.
“Rischio di perderlo…”
Michael mi accarezzava i capelli, con aria distrutta
“Michael mi sento uno schifo”
Presi il mio volto fra le mani iniziando a piangere a dirotto.
“Se solo gliel’avessi detto subito, tutto questo non sarebbe successo, non sarei arrivata ad accumulare tutto questo stress e questa debolezza, quanto sono stata stronza con lui”
Michael mi ascoltava in silenzio, guardandomi piangere, in quel momento tirò fuori dalla tasca il cellulare.
“Se provassi a spiegare tutto, lui, in qualunque parte del mondo si trovi, mollerebbe tutto e verrebbe da te”
Lo fissai seria, lui diceva quelle parole convinto. Nella mia testa non desideravo altro che averlo li accanto a me, mentre mi faceva qualche battuta stupida sulle galline del vicino.
“Non lo so Michael…”
“Lui lo farebbe, credimi, dimmi solo che posso chiamarlo”
Combattuta: tra quello che volevo io e ciò che probabilmente voleva Zip, ovvero non rivedermi mai più, ciò che avrebbe fatto bene alla creatura che portavo in grembo,ovvero una famiglia felice con un padre e una madre che gli avrebbero voluto bene per tutta la vita.
Rimasi in silenzio per lunghi istanti. Raccolsi tutto il coraggio che mi era rimasto e l’amore che provavo per mio figlio per dire soltanto una parola:
“Chiamalo”
Dissi con un filo di voce, Michael si rialzò e componendo il numero di Zip usci dalla saletta.
“Torno tra poco, hai fatto la scelta giusta”
Lo vidi uscire dalla stanza e in quel momento pensai che tutto sarebbe cambiato, lo avrei rivisto, e forse mi avrebbe fatto il solito sorriso che mi faceva quando dopo una litigata tornava in casa e mi riabbracciava come se nulla fosse successo.
Sta di fatto che in quel momento non mi senti più sola, lui stava tornando da me.

 

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