Cap.7
A 23 anni, ero conosciuta molto bene sul campo
dell’informatica.
Infatti un giorno mentre ero a casa a finire un
lavoro di modifica sul mio prezioso portatile, mio padre prese una
telefonata per me.
“Marika al telefono!”
“Arrivo solo un secondo....”
Chiusi il portatile e andai in salotto.
“Chi è?”
Chiesi prendendo in mano il telefono coprendo il
microfono con la mano.
Mio padre sorrise.
“..Lavoro...”
Sorrisi e iniziai a parlare.
“Si pronto?”
“Parlo con la signorina Marika Smith? Sono Mike
Arthur, avrà sicuramente sentito parlare di me in giro...”
Mio Dio si! Quello è il capo di una società
informatica di Londra, la più grande d’Europa!
“Si certo! Desidera?”
“Ho sentito parlare di lei molto bene, dicono che
sia molto abile con i sistemi di sicurezza e una eccellente elettronica!
Volevo proporle di entrare a far parte della mia società, ho bisogno di
una ragazza valida come lei, ma la avviso sin da ora che non lavorerà
sola, sarà in coppia con un altro suo collega.”
Mamma mia!! Avevo il cuore che mi batteva
velocissimo e un sorriso stampato sulle labbra, ero entusiasta della
proposta che mi avevano appena offerto.
“A me farebbe molto piacere lavorare per lei! Mi
dica quando posso cominciare!”
“Domani anche! Signorina sono veramente felice
che lei abbia accettato la mia proposta!”
Ci salutammo cordialmente e appena posai la
cornetta andai ad abbracciare mio padre e poi mia madre, era sicuramente
un ottimo lavoro quello che avrei iniziato l’indomani.
Il giorno dopo mi presentai al lavoro e Mike Arthur
mi accolse calorosamente.
“Benvenuta! Prego mi segua...”
Mi strinse la mano e poi mi fece cenno di seguirmi,
mi sembrava un sogno camminare nei corridoi di quella importante società:
Il clima era così formale e ognuno aveva il suo posto ordinato su cui
lavorare.
“Ecco signorina, da questa parte, ora le presento
il suo collega”
Chissà che tipo era? Sicuramente era un ragazzo,
ragazze che fanno il mio stesso lavoro sono veramente poche.
Entrai in una sala con parecchi PC, un ragazzo era
seduto su una sedia e appena lui senti che la porta si apriva, si girò
e sorrise.
Capelli neri, carnagione scura, muscoloso e un look
molto sportivo.
Rimasi stupita per qualche istante, era veramente
lui.
Il ragazzo si alzò e si diresse verso di me
porgendomi la mano.
“Hey come va? Mi presento mi chiamo Zip”
Era veramente lui! Non ci potevo credere.
Sorrisi e strinsi la mano di Zip, incredibile!
Allora era un segno del destino!
“Marika piacere!”
Zip si allontanò e mi scrutò, poi mi guardò con
aria incuriosita.
“Porca zozza! Ma io ti ho già vista!! Si porca
zozza quella volta che stavo correndo e ti ho fatta cadere!”
“Vedo che hai una buona memoria! Si sono io”
Dissi mentre continuavo a sorride, ero sicura che
lavorare con lui sarebbe stata una bellissima esperienza.
“Porcaccia! Quanto tempo che è passato da quella
volta! Tu non sei cambiata di una virgola...”
“Tu invece lo sei parecchio, ci ho messo qualche
secondo prima di riconoscerti...”
Infatti era più alto, più muscoloso...
Più bello.
Dio Marika rimetti la testa a posto!
La voce di Mike mi riportò alla realtà.
“Zip!! Le ho detto una marea di volte di
smetterla di dire “porca zozza”!! Rovina l’immagine della nostra
società!! La prego non mi faccia fare brutte figure con la
signorina...”
Mike mi appoggiò una mano sulla spalla.
“E’ un ragazzo un po’ troppo allegro, se le
da fastidio venga subito da me a riferirlo...”
Mike diede un occhiata particolare a Zip, io
sorrisi prima a Zip e poi a Mike.
“Che c’è di male ad essere un po’ allegri?
Sono certa che non mi darà alcun problema, anzi sarà un piacere
lavorare con lui!”
Mike mi diede un occhiata perplessa e sorrise, poi
tornò a guardare Zip in cagnesco.
“Mi raccomando ok?”
Mike si avviò verso la porta e poi si rivolse a
noi.
“Buon lavoro allora!”
Ma prima di chiuderla, Mike spuntò da dietro la
porta .
“E Non dica “porca zozza” o frasi simili!”
Mike chiuse la porta alle sue spalle, ma Zip ignaro
che Mike era ancora dietro la porta esclamò:
“Porca zozza!! E adesso non posso nemmeno dire
quello che voglio!”
Come non detto, Mike aprì la porta di scatto.
“Cosa ha detto?!?!”
Zip si spaventò e mettendosi una mano sul petto
disse:
“IO?! Marika ho per caso parlato? Non ho detto
nulla!!”
Mike osservo per l’ultima volta Zip e poi mi
sorrise, stavolta se ne andò veramente.
Rimanemmo soli, io e Zip.
Lui sorrise e si passò una mano tra i capelli.
“E’ fatto così, comunque posso dire “porca
zozza” vero?”
“E mi devi pure chiedere il permesso? Certo che
puoi! E’ una frase simpatica!”
“Meno male che qualcuno la pensa come me! Dai
vieni ti mostro il tuo PC...”
Ci avvicinammo ad un PC veramente bello, uno dei più
belli che io abbia mai visto in vita mia.
Rimasi stupita a guardarlo, era veramente bello.
“Ecco e tutto tuo Marika!”
Disse Zip allargando le braccia e guardandomi.
Io sorrisi e mi sedetti davanti al PC mettendomi
comoda sulla sedia.
“Bel PC, allora Zip racconta un po’ del lavoro,
Mike mi ha accennato qualcosa...”
Zip e io parlammo per qualche minuto del lavoro e
mi spiegò un paio di cose...
Rimasi ad ascoltarlo quasi affascinata dai suoi
modi di fare e di parlare.
“Tutto chiaro quindi?”
Mi chiese.
“Certo Zip! Mi metto subito al lavoro...”
“Ascolta Marika durante la pausa pranzo possiamo
andare a mangiarci un boccone insieme se ti va, magari riesco a farmi
perdonare per la caduta che ti avevo fatto fare...”
Mi disse Zip con un sorriso, sorrisi a mia volta e
accettai.
“Volentieri! Magari ci facciamo una
chiacchierata...”
Finimmo di lavorare alle 13.00, presi la mia borsa
e insieme andammo in un bar che preparava anche dei panini, mi
accontentai di quello.
Dopo aver preso il pranzo ci andammo a sedere su
una panchina del parco di Londra , che non era molto distante dal nostro
ufficio.
“Allora Marika, che mi racconti di te?”
Mi chiese Zip mentre mordeva un pezzo del suo
pranzo.
“Bè che dirti, ho 23 anni, sono di Londra vivo
con i miei e adoro l’informatica, credo che questo sia il lavoro che
ha sempre fatto per me, tu che mi racconti di te?”
Mi ritrovai a guardare Zip negli occhi, nerissimi,
io guardo sempre gli occhi di un ragazzo, sembra esserci scritto tutto
il suo carattere e le sue emozioni...
“Bè Marika, ho 27 anni e fino a l’anno scorso
andavo ancora all’università, ma poi mi sono annoiato, la mia
adolescenza e della mia infanzia l’ho passata a distruggere
elettrodomestici per la gioia di mia madre!”
Scoppiai a ridere, distruggere
elettrodomestici?!?
Lui sorrise e si mise più comodo sulla panchina.
“Porca zozza quanti forni a micro-onde gli avrò
fatto esplodere?! Ero un genietto dell’elettronica già da piccolo io!
Dovevo pur esercitarmi con qualcosa...”
Non riuscivo a trattenere le risate, Zip era
veramente un ragazzo che trasmetteva allegria.
“Bè almeno tua madre ora sarà contenta di avere
un elettronico in casa!”
“Vivo solo! Sto negli appartamenti la in
fondo...”
Zip mi indicò con la mano una palazzina, carino
come posto!
“Ah Ecco, allora sarai la disperazione dei
vicini!”
“Oh io e il mio vicino siamo la disperazione di
tutto il palazzo! Si chiama Michael ed è il mio miglior amico...”
Zip diede un occhiata all’orologio.
“Marika tra dieci minuti dobbiamo essere di nuovo
al lavoro, ci incamminiamo?”
Mi alzai dalla panchina e camminai affiancando Zip.
“E’ difficile trovare ragazze che lavorano in
questo campo, devono essere tutti fieri di te...”
Misi le mani in tasca e sorrisi.
“Si in un certo senso si...”
“Immagino che il tuo ragazzo si vanti molto di
avere una fidanzata come te...”
...Il tuo
ragazzo?
Cosa gli era saltato in testa di dire una frase del
genere?
Arrossi leggermente.
“Emn, non sono fidanzata....”
Zip si voltò verso di me e mi osservò come se
fossi un extraterrestre.
“Porca zozza! Ma ce ne sono così poche come te e
ancora non ti hanno trovata?!”
Scemo! Mi aveva appena trovata! Ancora adesso che
scrivo questi miei ricordi mi viene da ridere...
Sorrisi, ma non gli risposi...
Entrammo nel nostro ufficio e mi misi di nuovo al
lavoro.
Come lavoro era bello, poi lavorare con una persona
allegra come Zip lo rendeva ancora più piacevole!
Mi divertivo un casino a sentire tutti i suoi
commentino del tipo porca zozza!
File danneggiato del cavolo! Devi fare quello che ti dico io!, e io
puntualmente scoppiavo a ridere.
Zip era veramente una persona speciale, ogni giorno
che passava me ne rendevo conto sempre di più.
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