- IL DIARIO DI THOMAS A. ANDERSON -

( Re di Zion)

 

La lettera

Dopo la morte del maestro Bewise, ebbi un periodo di inattività, come successo dopo la morte dei miei genitori.

Una mattina scesi nella sala del banchetto per fare colazione e ricominciare la solita routine, ma qualcosa di insolito caratterizzò quella giornata, e non solo. Un funzionario dell’ufficio di smistamento della posta si avvicinò titubante a me, consegnandomi una lettera, dicendomi che quella lettera era destinata a me. Visibilmente stupito, la presi in mano, ringraziai il funzionario che subito se ne andò a passo veloce e corto. Esaminai la lettera prima di aprirla: era ingiallita, piuttosto vecchia e un po’ rovinata a causa della polvere. Era come se fosse stata scritta 50 anni fa o poco più. La fissavo con un misto di curiosità e meraviglia, poi mi accorsi che se non mi sbrigavo avrei fatto tardi alla lezione. Così infilai la lettera in un libro…

Dopo pranzo salii in camera. Mi lanciai a capofitto sul letto dopo una giornata di lezione particolarmente stressante. Da lì adocchiai il mio libro che avevo lasciato a terra (ero piuttosto disordinato da piccolo). Mi sollevai dal letto e mi allungai fino al libro, per afferrarlo appena con la punta delle dita, mettendo a rischio l’incolumità delle mie lenzuola. Mi ritirai poi verso la zona del cuscino col libro in mano. Lo aprii e tirai fuori la lettera, per poi poggiare il libro di nuovo a terra. Fissai la lettera ancora per un po’, notai che non c’era il nome del mittente, ma solo quello del destinatario, cioè io. Quindi mi decisi ad aprirla.

Caro Thomas,

Se stai leggendo questa lettera vuol dire che ormai io già sono morto.

A leggere quelle prime parole, mi venne già un tuffo al cuore. Capii subito chi aveva spedito quella lettera…

Non chiederti come già sapevo il tuo nome o cosa scriverti in questa lettera, sinceramente neanch’io lo so e non l’ho mai saputo. E probabilmente tutto ciò non ha senso, ma ho sentito l’irrazionale bisogno di farti avere le seguenti informazioni, che fino a qualche giorno fa non sapevo di conoscere, o meglio non conoscevo.

La curiosità cresceva in me, questa volta però era mista a un po’ di paura. Ma prima di tempestarmi di domande senza risposta, continuai a leggere la lettera.

Devi sapere, Thomas, che c’è un oggetto molto importante custodito nelle segrete del castello, un oggetto di cui sicuramente tuo padre ti avrà parlato prima della sua prematura e tragica morte.

Non solo sapeva il mio nome, ma anche che mio padre mi aveva già accennato qualcosa di ciò che c’era scritto nella lettera riguardo questo misterioso oggetto, che io al momento non ricordavo quale fosse o quanto fosse importante… Me lo sarei ricordato solo nove anni più tardi, grazie sempre a mio padre, in un posto dove mai avrei scommesso di visitare, attorniato da un gruppo di umani al quale mai avrei pensato di unirmi.

Quest’oggetto così prezioso è ben custodito. Ci sono trappole, tranelli e labirinti fatti costruire appositamente dal nostro capostipite. E’ probabile che un giorno, non tanto lontano né troppo vicino, dovrai recuperare quest’oggetto per salvare Zion. E’ per questo che quando mi venisti a chiedere il favore di addestrarti…

<<…sapeva anche questo…>> Pensai tra me e me.

…ho insistito tanto nell’insegnarti a camminare e correre su qualsiasi superficie, talvolta essendo troppo esigente, ed è per questo che mi scuso, anche se sicuramente, al momento, sei lo zionese più abile a camminare su qualsiasi posto di tutti i tempi, e sono orgoglioso di te e dei progressi che facevi di giorno in giorno.

A leggere quelle parole, feci un sorriso…un sorriso pieno di amarezza…

L’area delle trappole e dei tranelli è nascosta da un passaggio segreto in quel corridoio a vicolo cieco che si trova nelle segrete, quel corridoio senza porte che nessuno mai si è saputo spiegare a cosa servisse. Non sono mai andato a constatare di persona se il passaggio segreto esiste o meno, perciò ti consiglio di farlo il più presto possibile, in modo da saper già dove andare quando lo dovrai percorrere fino in fondo.

Quelle ultime parole suscitarono un po’ di inquietudine in me.

Ancora una cosa, Thomas. Tra queste informazioni che in un modo o nell’altro ho saputo e ho dovuto tramandarti, mi è stato…”detto”…che tu hai una dote speciale, giovane Re, però in piccola parte…un qualcosa che aveva anche il nostro capostipite, ma precisamente non so di cosa si tratta.                                                

Bene…quel che dovevo dirti l’ho scritto tutto in questa lettera. Mi raccomando, non mostrarla a nessuno, non so le conseguenze che potrebbe causare. Governa bene Zion, Thomas. Sii umile e altruista nei confronti del popolo e il popolo di ricambierà. Abbi fiducia in te stesso e non arrenderti mai, fai sempre del tuo meglio e tutto andrà bene.

Maximillian Bewise, 13 ottobre 1967

Vi ricordate quando all’inizio dissi che spesso mi fermo a pensare alle varie coincidenze che hanno caratterizzato la mia vita? Ebbene…13 ottobre 1967: la lettera fu scritta 15 anni esatti prima della mia nascita ed mi è stata recapitata all’età di 15 anni…

Come faceva il maestro Bewise a sapere tutte queste cose 30 anni fa? Cos’era quest’oggetto tanto misterioso quanto importante? E qual è questa dote speciale che ho, in un certo senso, ereditato in piccola parte da Angel Anderson?

Poggiai la lettera sul comodino e mi stesi completamente sul letto, meditando sui nuovi interrogativi che di colpo si erano formati nella mia mente.

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